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Lucio Dalla 10 anni dopo. I suoi testi più belli tra guerra, amore e speranza

Analisi della realtà in un mix di musica e innovazione. Un nome che rimarrà nella storia.

Sono ormai trascorsi 10 anni dalla morte del grande cantautore Bolognese Lucio Dalla.

In tutta Italia sono stati organizzati eventi e iniziative per ricordare il grande artista come l’opera d’arte dello street artist Jorit a Sorrento e una grande mostra a Bologna.

Molti colleghi, negli ultimi giorni, lo hanno ricordato con affetto e ammirazione.

Nella 22esima puntata di “Ossi di Seppia” Ron si è espresso con tono commosso dichiarando:

 

«Lucio ha scritto tanto per me. Io ho scritto per lui. Ed è stata un’esperienza straordinaria…”Almeno pensami” la cantai a Sanremo e fu una cosa bellissima, emozionante per me ma credo emozionante per tantissimi che erano lì a guardare la televisione. Perché Lucio era lì… Capivo che erano grandi canzoni le sue ma non avevo mai toccato la profondità che avevano. Ecco io credo di essere riuscito a capire tutta la grandezza di Lucio».

 

Il modo migliore per rendere omaggio a Lucio è ricordarlo attraverso i suoi testi.

Fonte:https://www.radiomusik.it

Lucio Dalla, L’uomo, l’artista e la visione del futuro

Un uomo dall’aspetto comune, non un idolo affascinante e desiderabile ma con con una sensibilità musicale e umana fuori dal comune.

Debuttò a metà degli anni ’60 ma rimase una figura sottotono, eclettica, creativa, innovativa e visionaria.

Negli anni ’70 incise diversi successi, per citarne alcuni: “4 Marzo 1943″,”Piazza Grande”, “Il gigante e la Bambina”, “Itaca”, “Come è profondo il mare”.

Gli anni ’80 rappresentano una svolta, caratterizzata da sperimentazioni e collaborazioni con altri artisti, memorabile la sua interpretazione di “Caruso” in coppia con il mai dimenticato tenore Luciano Pavarotti.

Nel decennio successivo Lucio Dalla smorzò i toni, dando prova di ironia con “attenti al Lupo” ma mostrando anche sfaccettature differenti.

In questo periodo infatti che si cimentò anche in ruoli differenti come compositore di musiche da film per Monicelli, Antonioni, Giannarelli, Verdone, Campiotti, Placido e altri . Si dimostrò anche un abile autore di trasmissioni televisive di successo.

Negli ultimi anni si divertì a mostrare le sue capacità nei teatri e nei palchi di tutto il mondo, ritrovando il piacere della sperimentazione, del jazz, dell’improvvisazione e del contatto con il suo amato pubblico.

 

Fonte: negramante.com

Lucio Dalla è sempre stato capace di analizzare in modo chiaro il mondo attorno a lui, basti pensare a quanto risultino profetiche le sue parole:

non esser così seria, rimani
i russi, i russi gli americani
no lacrime non fermarti fino a domani
sarà stato forse un tuono
non mi meraviglio
è una notte di fuoco

( Futura- 1980)

Visti gli eventi che ci hanno scosso negli ultimi mesi e giorni viene spontaneo chiedersi, come avrebbe descritto il covid e gli attacchi della scorsa settimana che potrebbero portare ad una nuova guerra?

Perché questo faceva Lucio Dalla, osservava, rifletteva, interpretava e poi dava vita a splendide canzoni irriverenti, poetiche, capaci di entrare nel profondo dell’anima e di lasciare un indelebile ricordo degli eventi.

Ritroviamo tematiche legate ai soldati, alle battaglie in modo più o meno diretto in molte sue opere.

Dalla notissima “4 marzo 1943” in cui fa un cenno delicato ma evocativo:

Dice che era un bell’uomo
E veniva, veniva dal mare
Parlava un’altra lingua però sapeva amare
E quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato
L’ora più dolce prima d’essere ammazzato

Alla meno nota “Quando ero soldato”

Quando ero soldato
Allora sì che era bella la vita
Anche per me
Quindici mesi senza i problemi di casa mia…

Quando ero soldato beato me
La guerra non c’era adesso c’è

E come non citare la sua magistrale interpretazione, in coppia con Gianni Morandi di C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones dove si parlava di un giovane che nel giro di pochi giorni ha visto la sua vita cambiare drasticamente, passando da un’esistenza serena fatta di musica e divertimento alla divisa e alle battaglie in paese straniero e lontano.

C’era un ragazzo
Che come me
amava i Beatles e i Rolling Stones
Girava il mondo e poi finì
a far la guerra nel Viet-Nam

Come avrebbe detto lui, o meglio cantato:

Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò
Da quando sei partito c’è una grande novità
L’anno vecchio è finito, ormai
Ma qualcosa ancora qui non va…

Vedi caro amico cosa si deve inventare
Per poter riderci sopra
Per continuare a sperare

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