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Jan Fabre la storia di un artista eclettico, scultore, pittore, regista teatrale

Il lavoro di Jan Fabre è incentrato sul corpo, sul senso della morte, ma soprattutto sull’eccesso.

Il trinomio che lo ha accompagnato nella sua crescita, formato da una madre cattolica, un padre comunista ed uno zio appassionato di teatro, racconta  la sual’attitudine ad andare sempre al di là degli schemi imposti, anche con il rischio di scandalizzare e andare contro la morale comune.

In ogni suo lavoro emerge un evidente lato visionario e provocatorio: regista teatrale, artista visivo, coreografo, scenografo, scrittore un vero concentrato di genio e sregolatezza.

La vita di Jan Fabre

 

Jan Fabre nasce ad Anversa nel 1958. Dalla madre di lingua francese, eredita l’amore per la lingua e la poesia francese.

Da suo padre, disegnatore classico, gli tramanda l’amore per le immagini e per i maestri fiamminghi.

Jan Fabre studia all’Istituto di Arti Decorative e Belle Arti e all’Académie royale des Beaux-Arts d’Anversa, sua città natale a cui è fortemente legato e in cui risiede tutt’oggi.

Jan Fabre e l’arte

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La sua prima performance legata alla Body Art avvenne nel 1978 proprio ad Anversa  (My body, my blood, my landscape) in cui disegnava utilizzando il proprio sangue.

Nel 1980, realizza il suo primo spettacolo teatrale Theater geschreven met een K is een kater che fu un successo in termine di visibilità e notorietà per l’artista ( anche grazie alla sua durata , 8 ore, caratteristica, la durata delle perfomance , che diventa un must per l’artista fiammingo )

Nel 2015 per il Romaeuropa Festival propone Mount Olympus una tragedia greca ispirata ai riti dionisiaci della durata di ben 24h.

Il corpo nell’arte di Jan Fabre

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Il corpo, la metamorfosi, il cervello sono temi molto presenti nella poetica di Fabre.

Il cervello è un elemento molto presente nei suoi lavori, rappresentato in  sculture disegni e video. The rhytme of the brain è stata una sua personale a cura di Melania Rossi e Achille Bonito Oliva che si è tenuta a Roma nel 2020 che aveva come tema proprio il sistema cerebrale e le vibrazioni del cervello.

L’obiettivo di Fabre nel teatro è di arrivare ad una forma d’arte totale che includa tutti i linguaggi: arti visive, scrittura, recitazione, performance, danza, musica, scenografia, proponendo oltre a monologhi e performance di danza contemporanea, pièce che durano ore in cui gli spettatori sono liberi di muoversi, uscendo e rientrando come se la rappresentazione fosse un mondo che vive di vita autonoma.

Jan Fabre e l’ora blu

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Anche l’entomologia è grande fonte di ispirazione per l’artista, in particolare la figura dello scarabeo e nella sua corazza una fonte di ispirazione anche concettuale.

A  Fabre si deve anche la teorizzazione dell’ora blu, un particolare momento che separa notte e giorno in cui gli animali notturni stanno per addormentarsi e quelli diurni si stanno risvegliando.

Un concetto che rimanda alla metamorfosi e alla trasformazione che ispira la  bic art,  disegni eseguiti servendosi dell’inchiostro di comuni penne bic blu. In questi disegni c’è un concentrarsi ossessivo di linee blu che sovrastano le superfici dandogli nuove connotazione visive e percettive.

Nel 2008 Jan Fabre è il primo artista vivente ad esporre in una grande personale al Museo del Louvre di Parigi confrontandosi con i maestri classici. Nella mostra L’ange de la métamorphose l’artista espone lavori legati alla tematica della morte e della sacralità in diretto dialogo con le opere dei maestri presenti.

Le polemiche sulla sua arte

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I lavori di Fabre hanno spesso suscitato polemiche dai toni piuttosto accesi.

Ricordo nel 2016 la sua mostra all’Ermitage di San Pietroburgo è stata duramente attaccata per la presenza di animali impagliati.

Nel lavoro il Carnevale degli Animali aveva infatti utilizzato le carcasse di animali trovati morti ai bordi delle strade e in seguito impagliati.

Molte sono le sculture monumentali in bronzo e marmo che caratterizzano il percorso artistico di Jan Fabre, come la Pietà in marmo di Carrara che riproduce a grandezza naturale quella di Michelangelo posizionando però un suo autoritratto reggente un cervello al posto di Cristo ed una Madonna scheletrica in decomposizione, presentato nel 2011 alla Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia di Venezia.

Di sicuro Fabre è un genio artistico contemporaneo , che ancora ha molto da dare all’universo creativo.

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