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Profilo continuo di Renato Bertelli

Avendo notato che quando si parla dell’opera Profilo continuo di Renato Bertelli ,sono ancora in molti a non conoscere questa scultura futurista che racchiude in se un forte  interesse internazionale, ho deciso di raccontarne la storia e contestualizzarla

Spesso quando viene svelato il soggetto si rimane meravigliati proprio perché diventa evidente la genialità dell’autore nel ritrarre il protagonista che un attimo prima non era percepito.

In un panorama italiano caratterizzato, come ben sappiamo, da un crescente controllo degli apparati di regime, tanto sulla produzione artistica quanto su quella pubblicitaria, al fine di veicolare il messaggio fascista, nasce il Profilo continuo di Renato Giuseppe Bertelli.

Profilo continuo di Renato Bertelli: chi è l’autore

Classe 1898, nasce a Lastra a Signa, Firenze, Renato Bertelli.

Fin da giovane si interessò alla scultura, inizialmente occupandosi di ceramica e smalti, in linea con l’attività paterna di «artigiano alla Manifattura delle Terrecotte artistiche di Lastra a Signa»

Successivamente entrò all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studiò i corsi di Domenico Trentacoste e conobbe e divenne amico di Marino Marini.

Nel 1922 arrivò il suo primo successo artistico ,Piccola danzatrice , ma in questo voglio soffermarmi sulla scultura Profilo continuo.

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La scultura, piccola nelle sue dimensioni, venne realizzata in bronzo, va detto che si discosta molto da tutta la sua produzione artistica.

Il margine di creatività , nonostante le imposizioni sopra citate, era piuttosto ampio, purché non scaturisse in forme di avversione al regime.

L’opera caratterizzata da un estrema essenzialità e un particolare dinamismo meccanico nel movimento del volto, appare di chiara matrice futurista, è in assoluto la più famosa e riconoscibile opera  di Renato Bertelli.

Profilo continuo di Renato Bertelli: il percorso non è stato facile

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È il 1933 l’anno in cui Renato Bertelli realizza il ritratto del duce

Il  successo della scultura è da ritrovarsi anche e soprattutto nella successiva realizzazione di decine di copie, eseguite anche in materiali differenti dal bronzo come legno e ceramica, che furono posizionate  in vari luoghi pubblici e istituzionali.

Una di queste copie è custodita nel londinese Imperial War Museum,  un altra presso la Galleria d’Arte
Moderna di Palazzo Pitti a Firenze.

Profilo continuo ritrae il volto di Benito Mussolini attraverso alcuni dettagli estremamente esemplificati, quali la mascella, il profilo “forte” del volto, e la fronte pelata.

Caratteristiche fisiognomiche idealizzate, trasfigurate e rese iconiche al fine di dare un’immagine eterna del duce, e proprio per questo riuscì ad  imprimersi nell’immaginario collettivo.

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La scultura di Bertelli deve essere letta ed apprezzata sul piano puramente artistico e culturale.

Essa rappresenta una preziosa testimonianza di un periodo storico tanto buio quanto creativo  per il nostro paese, capace di produrre opere di alta qualità artistica e originalità compositiva.

Fu la Effe Emme di Milano ne acquistò i diritti e ne produsse diverse versioni.

Una curiosità

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Il 25 luglio 1943, con la caduta del fascismo, molti profili continui di grandi dimensioni vennero distrutti ma altri sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.

Nel 2012  nella casa natale di Mussolini a Predappio in occasione della mostra dal titolo “Renato Bertelli
la parentesi futurista”

Il curatore Marco Moretti sintetizzò in questo modo l’opera dell’artista Toscano:

“Il dinamismo plastico del Profilo del Duce, visibile da ogni punto,
rilanciava senza retorica la metafora di un Capo vigile e insonne
che tutto vede e sorveglia”.

Molti sono gli artisti ad avere preso spunto da questa opera nel corso degli anni, tra i quali spicca Laboratorio Saccardi che il 29 Settembre 2016 ,presentò “Il profilo continuo del Presidente”

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