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Tintoretto soprannominato “Il furioso”

Tintoretto, soprannominato “Il furioso“, per i suoi colori violenti e pastosi, per l’energia che emanano le sue opere e per le luci  che illuminano la scena in composizioni spesso drammatiche,ha legato indissolubilmente il suo nome a quello di una delle più belle città del mondo.

Tintoretto ha reso meravigliosi i palazzi della Serenissima, contribuendo a renderla uno dei centri artistici più vivaci e innovativi del Cinquecento che fu un periodo meraviglioso per la città: basti pensare che nello stesso periodo lavoravano nella stessa città artisti come Tiziano, Veronese.

Un periodo artisticamente florido, pieno di talenti che si tramandavano le conoscenze artistiche: per nostra fortuna il tutto è arrivato a noi, in modo da poter ammirare tutta questo talento espresso nel migliore dei modi.

Chi era Tintoretto

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Jacopo Robusti, alias Tintoretto(Venezia, 1518 – Venezia, 1595) è stato un esponente di spicco del manierismo, un movimento artistico che si diffuse in Italia nel XVI secolo, al termine del Rinascimento.

Una caratteristica che contraddistingue questo movimento è il non rispetto delle  tradizionali regole della prospettiva e le proporzioni del corpo umano, che trasforma le figure allungandole e rendendole più sinuose, fredde e innaturali, in cui i colori sono brillanti e violenti, in netta contrapposizione con le tinte delicate che hanno caratterizzato l’arte del rinascimento.

Il soprannome “Tintoretto” con cui firmò i suoi lavori deriva dalla professione di suo  padre, Giovanni Battista, che lavorava nel campo della tintura della seta.

Fu proprio il padre , accortosi del grande talento del figlio a mandarlo  a bottega dal grande Tiziano.

Il maestro veneziano, si narra che mandò via il giovane Tintoretto dopo pochi giorni perché lo riteneva troppo bravo e temeva che con gli anni sarebbe potuto diventare un temibile rivale (cosa che, in parte, avvenne). D’altronde il talento non si può nascondere, e se un artista come Tiziano teme per le sue opere… Beh allora significa che siamo di fronte ad un nuovo artista.

Le opere più celebri di Tintoretto

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Nel 1539 Tintoretto realizzò una delle sue opere più celebri,16 tavole per illustrare le Metamorfosi di Ovidio, per la residenza di un ricco banchiere, Andrea Gritti che fu solo il primo dei tanti palazzi veneziani che l’Artista veneziano decorò con le sue opere nel corso della sua lunga carriera.

L’incarico più prestigioso della sua carriera fu la decorazione dei muri e del soffitto della Scuola Grande di San Rocco che lo vide impegnato per oltre 20 anni Tintoretto ci lavorò per più di venti anni, in cui realizzò in totale ventisette tele nella sala dell’Albergo, ventuno dipinti e dieci grandi “teleri” nella sala superiore e otto “teleri” nella sala inferiore, che ritraggono episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento.

Il telero e i ritratti: caratteristiche del Tintoretto

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Vi spieghiamo brevemente cos’è un telero: una tipologia  di pittura, in molto utilizzata a Venezia tra Quattrocento e Cinquecento, che prevedeva  tele di vaste proporzioni applicate direttamente ad una parete e dipinte con colori ad olio. Il nome “telero” deriva dal veneto “teler”, che significa “telaio”

Tintoretto era famoso anche  per i ritratti, attività che gli assicurava un’importante fonte di reddito. Il suo punto di forza era la rapidità di esecuzione.

Il segreto della sua velocità consisteva nel  limitarsi a riprendere i tratti del viso del committente , mentre per il resto dell’opera (il busto e l’abito) l’artista si avvaleva di manichini.

Questo semplice accorgimento permetteva ai suoi clienti, persone molto impegnate, di “dedicare” poche sessioni di posa, risparmiando tempo prezioso.

Morì il  31 maggio del 1594, lasciandoci come eterna testimonianza del suo passaggio su questa terra, le sue opere famose in tutto il mondo. Tintoretto è uno dei nomi della grande tradizione artistica italiana, che il mondo ci invidia e che dimostrerà per sempre tutta la magia che l’arte esprime quando arriva ai massimi livelli.

 

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