Site icon The Web Coffee

Vintage Friday: ricordiamo Lost, madre delle serie moderne

Tra le serie più importanti nel panorama mondiale, non possiamo che parlare di Lost. Per il Vintage Friday, ricordiamo la capostipite delle serie moderne.

Fonte foto: Cinematographe

 

Era il lontano 22 settembre 2004 quando apparì sui nostri piccoli schermi, per la prima volta, la serie Lost (anche se in Italia è arrivata solamente il 22 marzo 2005), creata anche da J.J. Abrams.

Lost è la madre di tutte le moderne serie tv, la serie che ha messo un paletto nella storia del piccolo schermo: c’è un prima e un dopo Lost.

La serie ha infatti dato inizio ad una vera e propria “febbre per le serie tv” con migliaia di fan appassionati che si scambiavano opinioni sulla serie nei vari forum online. Lost ha rivoluzionato il mondo delle serie tv, anche solo per la sua fitta trama e i costi di produzione, come aveva fatto Twin Peaks negli anni Novanta.

Ancora oggi, nonostante siano passati dieci anni dal finale, i fan continuano a discuterne, a metterla a confronto con altre serie tv moderne e a consigliarla a chi ancora non l’ha vista.

Tutto inizia il 22 settembre 2004, quando l’aereo di linea 815 della Oceanic Airlines, in volo da Sidney a Los Angeles, precipita su un’isola che sembra disabitata. L’incidente è terribile, ma i 48 sopravvissuti, dopo aver preso il possibile dai resti dell’aereo ed essersi medicati, si accampano in attesa dei soccorsi che, però, tardano ad arrivare. La situazione precipita quando scoprono di essere oltre mille miglia fuori rotta: i sopravvissuti sono disperati, soprattutto quando iniziano ad avvenire dei fatti apparentemente inspiegabili, come brusii indistinguibili e presenze nell’ombra.

Inizia così Lost, nonostante la trama sia complichi molto nel corso delle stagioni, contando botole misteriose, viaggi nel tempo e nello spazio e la presenza degli “Altri”.

Fonte foto: Pinterest

È difficile pensare di riassumere la trama di Lost in poche righe, soprattutto se pensiamo agli anni passati a fare speculazioni sul significato di certi eventi o sulla vera natura e funzione dell’isola (basti pensare al tempo passato a capire perché ci fosse un orso polare sull’isola).

Uno degli elementi più amati della serie era la sicuramente la caratterizzazione dei protagonisti. Attraverso una narrazione che si poggia molto sui flash-back (anche sui flash-forward ad un certo punto della serie), riusciamo a conoscerli meglio e sappiamo, fin da subito, che tutti nascondono dei segreti e che sono tutt’altro che innocenti. Tra i protagonisti troviamo assassini, tossici, traditori e torturatori: tutti hanno la coscienza macchiata da un peccato e l’isola è il posto perfetto per la loro redenzione.

Col passare degli episodi, riusciamo ad affezionarci sempre più a tutti i protagonisti: Jack, il leader del gruppo e il primo e ultimo personaggio che vediamo nella serie (celebre la scena dell’apertura e della chiusura dell’occhio nella prima e nell’ultima puntata); poi anche Kate, Sawyer, Sayid, Claire, Hurley, Shannon (sì, anche se la odiavamo tutti), Boone, Sun, Jin, Charlie, Micheal, Walt (immaginatevelo urlato, ovviamente) e ovviamente John Locke (aggiungiamo alla lista dei principali anche Desmond, nonostante arrivi solo nella seconda stagione).

Fonte foto: Wired

Ma la vera è protagonista è l’isola, vero e proprio deus ex machina della serie, che decide le sorti dei protagonisti e che fa da sfondo alla maggior parte degli eventi raccontati nella serie.

Lost è molto di più di “semplici” colpi di scena ed intrecci: la serie, infatti, inserisce temi importanti come la filosofia, il senso della vita, la lotta tra il bene e il male e la scienza, quest’ultima soprattutto con elementi come i déjà-vu e i paradossi temporali.

Come abbiamo già detto, la serie fece scuola anche per la spettacolarità di certe scene (l’episodio pilota con l’incidente aereo costò ben 12 milioni di dollari). Si tratta di uno degli episodi pilota più costosi della storia e diede inizio ad un nuovo concetto di serie tv, non più un semplice passatempo, ma simbolo di una rivoluzione culturale, un nuovo modo di raccontare una storia oltre al cinema.

https://www.youtube.com/watch?v=Pmisme7gqhQ

Se Twin Peaks, in parte, ci aveva provato negli anni Novanta, pur essendo un capolavoro impeccabile, non ha mai raggiunto una popolarità tale nel grande pubblico, come ha fatto Lost.

Purtroppo, però, bisogna ammetterlo: Lost ha subito qualche battuta d’arresto a causa del grande sciopero degli sceneggiatori della WGA nell’inverno tra il 2007 e il 2008, che ha condizionato il progetto di Lost, così come quello di altre serie tv di quel periodo.

La trama di Lost, nonostante qualche piccola sbavatura, si poggia su una serie di tematiche importanti, come abbiamo detto, ma soprattutto riesce a spiegare ogni piccolo elemento portato all’attenzione degli spettatori. Nel corso della serie scopriamo la natura di certi elementi che ci hanno tolto il sonno, come: il Progetto DHARMA, i sussurri nella foresta, l’elettromagnetismo, la botola, la Roccia Nera, la radio che trasmette sempre il solito messaggio in francese, il dislocamento temporale, etc.

Fonte foto: Hall of Series

 

Un’altra novità inserita nella serie è stata sicuramente nella struttura degli episodi, dove regna sovrana la suspense. Quasi tutta la serie si poggia su questo senso di suspense continuo, grazie anche all’uso magistrale della musica composta da Michael Giacchino. La regia, infatti, rimane ancora gradevole dopo anni, nonostante spesso porti i segni del tempo, con una massiccia presenza di cliffhanger finali e primi piani troppo lunghi.

Fonte foto: Hall of Series

 

Una piccola parentesi dobbiamo dedicarla al finale. Dal momento in cui è andato in onda, si sono diffuse le voci più folli, che hanno denigrato il finale della serie: erano tutti morti, era tutto un sogno, etc. tutti finali che non rispecchiano la realtà dei fatti, ma che, anzi, banalizzano il finale stesso della serie, che chiude il suo arco narrativo con estrema poesia, portando lo spettatore dolcemente alla fine, dopo anni passati a ipotizzare quale sarebbe stato il vero finale.

Lost, però, non è solo una serie cervellotica, nel quale bisogna memorizzare gli elementi e comprendere lo svolgimento. La serie ci ricorda anche la potenza dell’amicizia, dell’amore e della collaborazione.

Sono stati tanti i momenti memorabili e iconici della serie: l’inizio assoluto con Jack che apre gli occhi, l’apertura della botola, l’introduzione del personaggio di Desmond, l’inserimento dei numeri “maledetti” (“4, 8, 15, 16, 23, 42”, lo sappiamo che li ricordate ancora a memoria), la morte di Charlie e il suo “Not Penny’s boat”, il dialogo sulla scienza e sulla fede tra Jack e Locke (entrambi personaggi di spicco della serie), la scoperta del Progetto DHARMA, il fumo nero, il “We have to go back urlato da Jack, lo spostamento dell’isola e la telefonata di Desmond a Penny, la sua costante.

Fonte foto: Movieplayer

 

Vediamo alcune curiosità su Lost:

-Inizialmente la parte di Jack doveva essere di Michael Keaton, poiché il suo personaggio sarebbe morto nel primo episodio (la leadership sarebbe passata a Kate).

-Molti cognomi dei personaggi s’ispirano a dei filosofi: John Locke, Desmond Hume, Danielle Rousseau, etc.

-Il ruolo di Hurley inizialmente non esisteva, fatto sta che l’attore Jorge Garcia si presentò all’audizione per il ruolo di Sawyer.

-Nella prima stagione c’era un’audience media di 16 milioni di telespettatori per ogni episodio (in questo modo, Lost riportò l’ABC al successo).

-La morte di Boone (interpretato da Ian Somerhalder) è stata del tutto inaspettata e sfatò la convenzione televisiva di non uccidere subito personaggi molto amati dal pubblico (Game of Thrones ha poi copiato fin troppo da Lost in questo senso).

-Nella famosa e maledetta sequenza numerica di Lost, il numero 42 è stato inserito come omaggio a Guida galattica per autostoppisti.

-Prima di girare l’ultima stagione, il set e il cast furono benedetti da un prete.

 

Lost è una serie con cui siamo cresciuti, che vedevamo quando ancora non c’era Netflix e dovevamo correre in bagno durante la pubblicità.

È riuscita a rivoluzionare il mondo delle serie tv, come solo poche altre hanno fatto (Twin Peaks e Breaking Bad, per citarne due) e ha scatenato una tale frenesia nei fan che abbiamo visto solo per Il Trono di Spade.

Lost non sarà una serie perfetta, ma nessun’altra serie tv è riuscita ad eguagliare il suo valore. Con una trama che mescola scienza e mitologia, ricca di spunti riflessivi e morali, guardare Lost è molto più che guardare una serie tv, si tratta di un viaggio all’interno di noi stessi.

Exit mobile version