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Bye bye baby: indimenticabile Marilyn Monroe

Il 5 agosto 1962, alle 4:25 in una villetta di Brentwood, alla periferia di Los Angeles, veniva trovata morta, nuda nel suo letto, una delle più grandi attrici del cinema, non solo dell’epoca, ma di tutti i tempi: stiamo parlando di Marilyn Monroe. Una morte, quella della bionda cotonata che negli anni ‘50 e ’60 fece innamorare gli uomini d’America, famosi e non, che a distanza di anni presenta lati oscuri e misteri, un po’ come è stata la sua vita, alquanto travagliata e inquieta.

Before Marilyn Monroe

Marilyn Monroe, ancora prima di essere Marilyn, è Norma Jeane Mortenson Baker Monroe e nasce a Los Angeles il 1° giugno del 1926, figlia di Gladys Pearl Monroe, operaia alla Consolidated Film Industries , mentre l’identità del padre è non è mai stata chiarita definitivamente, e questo è uno dei primissimi misteri che contornano la vita dell’attrice già da quando è in fasce.

Ben presto Norma Jeane, però, viene affidata a, Wayne e Ida Bolender, una coppia di coniugi molto religiosi che vivono a Hawthorne, una località a sud-ovest di Los Angeles, perché la madre non riesce a mantenerla e a garantirle una vita degna, e con i quali resta fino all’età di sette anni, trascorsi i quali torna a vivere con la madre, dopo essere prima affidata a una coppia di inglesi.

Madre, alla quale verrà in seguito diagnosticata una schizofrenia paranoide, sorta a seguito di un  esaurimento nervoso a causa dei numerosi problemi familiari, e questo porterà Norma ad essere affidata alle autorità statali, mentre Gladys viene seguita da un’amica, Grace McKee, che divenne la sua tutrice e grazie alla quale Marilyn comincerà ad appassionarsi al cinema e al mondo hollywoodiani. Nel frattempo Norma Jeane viene mandata all’orfanotrofio Children’s Home Society di Los Angeles, dove rimase dal 13 settembre 1935 al 1938;[19]

Un periodo tormentato, fatto di continue uscite e rientrate da diverse diverse famiglie a cui veniva affidata, dove pare subisse violenze e disattenzioni, e dalle quali tuttavia veniva perennemente accusata di furto; alla fine Norma torna a vivere con Grace negli anni ’40, e proprio in quel periodo il successo comincia a bussare alla sua porta.

Gli inizi: quando Norma Jeane diventò Marilyn Monroe

Alcune sue foto, infatti, scattate nel 1945 per per la rivista Yank giungono sulla scrivania di Emmeline Snively, direttrice della Blu Book School of Charm and Modeling, una delle più importanti agenzie pubblicitarie di Hollywood, colei che la trasformò nella bionda più sensuale di sempre.

Norma Jeane, infatti, non è bionda naturale, ma lo diventa su spinta della Snively, che trasforma la sua chioma da castana a quel biondo platino destinato ben presto a trasformarla nel sogno proibito di tutti gli uomini. Inoltre la stessa Snivley l’aiuta a migliorare postura e modo di sorridere.

In quegli anni la Monroe debutta nel mondo della moda, e divorzia da James Dougherty (con il quale, su convincimento di Grace, si era sposata nel 1942 per non rischiare di finire nuovamente in orfanotrofio)

Questo cambio di look le portò in quegli anni numerose chiamate da importanti case cinematografiche e registi, e fu proprio uno di loro, Ben Lyon, con il quale Norma firmò il suo primo contratto cinematografico, a suggerirle di cambiare nome ed usare un nome d’arte, appunto Marilyn Monroe.

Diva del cinema, donna insicura

Una carriera è una cosa meravigliosa, ma non ti può scaldare in una notte fredda

Nei primi anni ’50 arriva la consacrazione a livello cinematografico per Marilyn, con il film Niagara, nella quale l’attrice interpreta il ruolo di una femme fatale che trama per uccidere il marito.

Qualche anno prima ,nel 1948 Marilyn aveva conosciuto quello che sarebbe diventato il suo talent scout, Johnny Hyde, che, convinto del suo talento dopo vari tentativi la fece inserire nel cast di Giungla d’asfalto (The Asphalt Jungle) di John Huston, dopo averla vista recitare sdraiata sul pavimento durante un provino. La sua interpretazione, seppur in un ruolo marginale, venne acclamata per la prima volta dalla critica

Nonostante la sensualità dimostrata sul set, si nota in Marilyn una forte paura del palcoscenico, che la perseguiterà sui set cinematografici nel corso della sua carriera.

Un’insicurezza alimentata anche dai vari commenti negativi, dovuti in parte agli abiti corti e provocanti con i quali si presentava alle serate di gala, ma che la resero anche un’icona di stile: basti pensare all’abito rosa di William Travilla che Marilyn indossa quando canta Diamonds Are a Girl’s Best Friend nel capolavoro cinematografico Gli uomini preferiscono le bionde  di Howard Hawks, dove è protagonista e duetta con un’altra grande attrice di quegli anni,  Jane Russell. La stessa Jane la definirà in seguito ” una ragazza molto timida, molto dolce e molto più intelligente di quanto la gente potesse dar credito”.

Un’intelligenza, che allora veniva celata dietro ad una bellezza e sensualità disarmanti, in quanto nell’industria del cinema di allora non c’era spazio per l’intelligenza, ma solo per la bellezza.

Ciò nonostante, gli anni ’50 rappresentano gli anni d’oro di Marilyn Monroe, caratterizzati da  un susseguirsi di grandi successi da “Gli uomini preferiscono le bionde” a  Come sposare un milionario,  da “Quando la moglie è in vacanza” a “A qualcuno piace caldo”

Gli uomini di Marilyn Monroe

Marilyn Monroe non viene solo ricordata per la sua bravura a livello cinematografico, ma anche per la sua complicata vita privata, nella quale sono tanti gli uomini che si sono succeduti, famosi e non, e che spesso l’hanno portata a suo malgrado al centro di numerosi scandali, alcuni dei quali andarono ben oltre la sfera cinematografica.

Dopo il divorzio con Dougherty, Marilyn nel 1951 conosce e sposa il giocatore di baseball Joe di Maggio; i due si stabiliscono a San Francisco, ma la vita di coppia non è semplice a causa delle loro personalità in conflitto e del carattere giudicato violento dello stesso di Maggio, che porta Marilyn a scappare.

Qualche anno dopo, nel 1956, conosce e sposa il commediografo ebreo-americano Arthur Miller, dapprima con rito civile e poi con rito ebraico; nonostante i tentativi di avere un figlio, Marilyn ha tre aborti (si scoprirà in seguito, dovuti all’endometriosi). Un trauma che segnò fortemente l’attrice, che cominciò ad accusare forti problemi di salute oltre a sviluppare lentamente una forte dipendenza da farmaci, che la portò ad allontanarsi da Miller, dal quale ottenne il divorzio.

Nei primi anni ’60 Marilyn entra nelle dinamiche di una delle famiglie più famose d’America: i Kennedy. Dapprima ebbe una laison con John Fitzgerald Kennedy, e in seguito con il fratello Robert. Un triangolo pericoloso, a cui molti attribuiscono la causa della morte di Marilyn Monroe.

Bye bye Marilyn

5 agosto 1962, ore 4:25: Marilyn Monroe viene trovata nella sua villetta, stesa nuda nel suo letto, con un braccio proteso verso il telefono, quasi a chiedere aiuto. Sul comodino una confezione di barbiturici e sonniferi, di cui negli ultimi tempi la stessa Monroe faceva uso a seguito delle  sue turbe psichiche, che la portarono dapprima  al Payne Whitney Psychiatric Clinic, l’ospedale psichiatrico di New York, e in seguito ad essere curata e seguita dallo psichiatra Ralph Greenson.

E proprio Greenson, stando alla versione ufficiale, fu il primo ad essere chiamato quella mattina quando la governante non aveva ricevuto risposta dalla Monroe, dopo aver bussato ripetutamente alla porta. Alle 4:25, lo stesso Greenson uscì dalla stanza con il medico Hyman Engelberg, annunciando la morte della Monroe.

Una morte della quale negli anni ha trovato varie versioni, ma che ancora oggi è avvolta nel mistero più assoluto.

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