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Attività motoria ai tempi del Coronavirus

La fase 2 della lotta al Coronavirus ha avuto ufficialmente inizio, e con essa un piccolo, prudente ritorno alla normalità, che per gli amanti dello sport, ha significato la possibilità di riprendere l’attività motoria all’aperto, complice anche l’apertura dei parchi.

Un’apertura che tuttavia, sembra non riguardare ancora tutte le regioni d’Italia, in alcune delle quali che per prevenire i contagi, i parchi recitanti tardano ancora ad aprire.

Sappiamo tutti che si tratta di una fase molto delicata, in cui bisogna prestare attenzione a mantenere distanze di sicurezza e soprattutto ad usare correttamente i dispositivi di protezione, come guanti e mascherina, che come ci hanno spiegato più volte gli esperti deve coprire completamente naso e bocca.

Un utilizzo ed indosso corretto della mascherina come spiegato più volte, aiuta a proteggere noi stessi e gli altri; tuttavia negli ultimi giorni, questo importante strumento di protezione è oggetto di forti dibattiti, per alcuni aspetti, tra i quali la reale necessità di utilizzo quando si effettua attività fisica.

Un aspetto che ancora divide, tra chi impone l’utilizzo della mascherina anche quando si pratica attività motoria (oltre al distanziamento sociale, che in questo caso, è di due metri), e chi invece non la reputa obbligatoria quando si fa attività motoria, ma solo in quelle situazioni quotidiane in cui non è sempre facile mantenere il distanziamento sociale.

Mascherina ed attività motoria: ci sono conseguenze per il nostro organismo?

Fonte: Getty Images

Secondo gli esperti, l’uso della mascherina, in particolare di modelli “occlusivi” (come possono essere le ormai note FFP2) , durante l’attività motoria, in particolare corsa, ma anche jogging, è la cosiddetta alcalosi respiratoria.

Cos’è l’alcalosi respiratoria?

Quando si parla di “alcalosi respiratoria” si fa riferimento ad una condizione  in cui si ha una diminuzione primaria della Pco2 a seguito un aumento del volume e/o della frequenza respiratoria, fenomeno noto come iperpnea o iperventilazione.

Da cosa è causata l’alcalosi respiratoria ? Quali sono le principali conseguenze?

Diverse possono essere le cause alla base dall’alcalosi respiratoria: tra queste l’ansia in primis, che induce ad un’involontaria iperventilazione (il fenomeno dell’iperventilazione può essere attribuito anche ad altre patologie), ma anche condizioni traumatiche, come disturbi dovuti all’alta quota o stato di gravidanza.

Nel caso specifico dell’utilizzo della mascherina, quando questo avviene durante la corsa o l’attività motoria in generale, si ha un aumento della concentrazione di anidride carbonica.

Questo perchè nello spazio tra la mascherina e il viso si crea un’atmosfera ricca dell’anidride carbonica dai noi stessi espirata durante lo sforzo,

Ciò può causare diversi sintomi, che vanno dai capogiri, allo stato confusionale, mal di testa, fiato corto, aumento della pressione, perdita della coordinazione, problemi di vista, cianosi, stanchezza precoce, fino ad arrivare alla perdita dei sensi e lo svenimento.

Mascherina ed attività motoria: i consigli degli esperti

  1. Se si vuole comunque indossare la mascherina per ragioni di sicurezza, prediligere una mascherina chirurgica
  2. Evitare di fare attività motoria quando le condizioni di salute non sono delle migliori (come ad esempio in caso di raffreddore o tosse)
  3. Prediligere orari e luoghi adatti per favorire una maggior solitudine nello svolgimento della propria attività motoria; nel caso non sia possibile, mantenere il maggior distanziamento sociale.
  4. Cercare il più possibile di prevenire l’iperventilazione ed evitare l’alcalosi respiratoria, fermandosi e prendendo aria nel momento in cui si accusa respiro affannoso o anche un minimo giramento di testa”
  5. Continuare a seguire le altre regole di buona igiene per la prevenzione dei contagi, quali il distanziamento e il corretto lavaggio delle mani.

 

 

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