Il 31 gennaio Netflix ha finalmente reso disponibile Miss Americana, il docu-film sulla popstar americana Taylor Swift, svelando tutti i retroscena della sua carriera (e della sua vita privata) fin dagli esordi.

La pellicola, diretta dalla regista Lana Wilson, è un ottimo spunto di riflessione sia che amiate la musica della cantautrice, sia che non proviate particolare simpatia nei suoi confronti.

Un documentario diverso da quelli che siamo stati abituati a vedere negli ultimi tempi (come per esempio quello autocelebrativo di Chiara Ferragni).

In Miss Americana molti si possono immedesimare nella storia di Taylor e nelle vicende che ha affrontato negli ultimi quindici anni.

Taylor: la brava ragazza

Tanto per cominciare, come lei stessa afferma all’inizio del film, fin da piccola le è stato insegnato che essere una “brava ragazza” è tutto, tanto che per anni quello è diventato il suo unico mantra.

«Il mio intero codice morale da bambina era tutto un rispetta gli altri, sii gentile, sorridi sempre. Non è che cercassi di essere perfetta. Volevo solo essere una brava ragazza»

Il suo debutto nella mondo della musica, quello vero fatto di squali che non vedono l’ora di affossarti, l’ha vista procedere a grandi passi come la principessa ovattata che nulla può scalfire, la bella e brava ragazza dai boccoli biondi che parla d’amore sulle note country delle sue canzoni e che in breve è diventata la paladina di tutti i cuori spezzati d’America e del mondo intero.

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Fonte: Pinterest

Taylor e Kanye West

Le cose iniziano a incrinarsi quando nel 2009, Kanye interviene durante la sua premiazione agli Mtv Awards (nella scena indimenticabile e aberrante) sostenendo che il premio sarebbe dovuto andare al singolo di Beyonce, ben più meritevole.

«Ho capito che la reputazione era qualcosa che non avrei mai potuto controllare. La mia musica invece sì… per quanto ti possa sforzare di essere buono, la percezione che gli altri hanno di te è qualcosa che trascende il modo in cui ti comporti»

E non ci potrebbe essere niente di più vero di queste parole, dette proprio da Taylor nel documentario.

Tutti prima o poi incontriamo il nostro personale Kanye West che tenta in tutti i modi di svilirci e affossarci.

Taylor e la politica

Durante tutti i novantacinque minuti, durata dell’intero film, ripercorriamo la storia della Swift bambina nei primi esordi a Nashville, fino ad arrivare all’uscita del suo ultimo album Lover e soprattutto del singolo “You need to calm down.

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Come viene ampiamente spiegato, Taylor si è battuta in tutti i modi possibili per i diritti della comunità Lgbtq+, pur scatenando in questo modo odio e astio nei suoi confronti da chi l’ha accusata di averlo fatto semplicemente per un tornaconto personale.

Taylor se n’è fregata e ha continuato la sua campagna, pur non ottenendo tutti i risultati sperati.

In questo documentario vediamo una Taylor vera, autentica, che non cerca di convincerci a farci piacere lei o la sua musica, ma piuttosto ci spinge a riflettere sul fatto che dietro pettegolezzi e dicerie c’è tutto un mondo.

Cosa ovvia ma, a quanto pare, non troppo.

Taylor e le sue foto online

Una delle cose che più ha sconvolto il pubblico (oltre al processo per molestie) è stato venire a conoscenza dei problemi di Taylor con il cibo.

Niente a che vedere con anoressia e bulimia, ma più un riflesso incondizionato dovuto alle foto pubblicate online dai paparazzi e ai commenti infelici dei tanti leoni da tastiera: “Sembri incinta…” o ancora “Non hai curve”.

Frasi del genere hanno indotto la cantautrice a vere e proprie battaglie interiori che si riversavano sul cibo, portandola anche a digiunare per giorni. Fino a quando ha capito, con il tempo, che ciò che la gente pensa di lei non deve influenzare la sua vita.

Taylor e l’amore

Dopo innumerevoli flirt e fidanzamenti (più o meno veri) che le hanno fruttato altrettanti singoli e interi album, Taylor dopo tre anni decide di confermare platealmente – pur sempre con discrezione – la sua relazione con l’attore Joe Alwyn.

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Non si hanno molte informazioni sull’inizio della loro storia, l’unica cosa certa è che procede a gonfie vele ormai dal 2016.

Taylor e l’indipendenza.

Libertà e indipendenza sgorgano a fiumi da questo docu-film. Taylor è finalmente libera di essere sè stessa, finalmente libera da quella maschera che altri l’avevano convinta di dover indossare.

Finalmente libera.

Articolo di Tina Brooks

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