L’educazione è importante per i nostri figli, va data la giusta impostazione, vanno date le regole e vanno detti anche i “no”.

Come dire “no” ed essere impassibili?

In primis i genitori o chi comunque educa e accudisce il bambino devono seguire la stessa linea.

Concedere tutto ai bambini li abituerà all’idea che si può ottenere tutto; va appunto spiegato loro che alcune cose si possono avere e altre no, per alcune ci sono regole ( ad esempio il tempo che si può stare davanti alla tv). Dobbiamo cercare di anche di imporre dei divieti che li aiuteranno anche da grandi. Devono imparare che, in alcuni casi, le cose vanno meritate.

Il bambino deve captare il senso del desiderio, in modo che possa capire cosa vuole davvero, dire si veloci per coprire i capricci e assecondarlo porterà il bambino sul “pianeta del tutto è concesso”.

Il no va contestualizzato, essere troppo autoritari può risultare eccessivo e provocare una sorta di ribellione nel bambino. Ad esempio creare uno spazio gioco, dando una demarcazione, in modo che il bambino acquisisca una sorta di limite: sa che lì sono i suoi giochi ed è il suo”margine” dove sviluppare anche la creatività. Quando è ora della pappa bisogna determinare un luogo dove mangiare quando si è casa, o comunque dargli “l’obbligo che si mangia seduto”.

Deve comprendere che tutto, o quasi, ha una regola.

Le regole sono importanti: quando andrà a scuola, già a partire dalla primaria, dovrà ascoltare le maestre, rispettare gli altri bimbi, capire la condivisione e ubbidire.

Quando il bambino riceve un no per lui è frustante, ma è un’emozione che deve provare, dopo i due anni di età inizia la fase delicata ed educativa importante, e anche se a noi genitori non piace negare, dobbiamo farlo per loro. La reazione sarà fatta di capricci e strilla, ma una volta che la “rabbia” sarà fluita si calmeranno e nel loro piccolo avranno acquisito il no in quel contesto.

Da evitare sono i compromessi, ad esempio farlo mangiare promettendogli una passeggiata, può risultare controproducente perchè assocerebbe che gli spetta un premio per ogni cosa che compie e questo non è corretto.

Questo non vuol dire acquisire un metodo autoritario, il bimbo va anche premiato, alcune volte la regola può avere un’eccezione: ad esempio per chi decide di far dormire il bimbo nel lettino, come eccezione può permettergli di venire nel lettone se ad esempio è malato e vuole le coccole.

Non c’è una regola o istruzioni per essere genitori, è un ruolo difficile, le variabili da considerare sono diverse, ma spesso si deve seguire il proprio istinto e, se occorre, potrete rivolgervi a specialisti che possono aiutarvi in uno dei compiti più difficili: dare disciplina.

Fonte: pianetamamma.it

 

Virginia Di Leone

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