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Black Horror Friday: Ilse Koch

Black Horror Friday: Ilse Koch, la Strega di Buchenwald.

Benvenuti alla quinta puntata del Black Horror Friday!
Oggi parleremo di Ilse Koch, detta anche la Strega di Buchenwald, donna sadica e senza alcuno scrupolo che è vissuta durante la Seconda Guerra Mondiale.

Biografia

Ilse Koch nasce a Dresda nel 1906 in una famiglia priva di particolari problemi economici.
La sua infanzia trascorre serena, ma le conseguenze del trattato di Versailles, che impongono alla Germania dure riparazioni di guerra e consentono al DAP di prendere piede, impongono alla famiglia dure restrizioni.

Erano i tempi post-prima guerra mondiale, la Germania faticava a riprendersi dopo la sconfitta e la giovane iniziò a interessarsi all’ascesa del nazismo in Germania, diventando anche l’amante di numerosi soldati della SA.

La sua crudeltà iniziò nel 1936, quando diventò sorvegliante e segretaria presso il campo di concentramento di Sachsenhausen, vicino a Berlino. Qui conobbe e sposò il comandante Karl Otto Koch. Nel 1937 arrivò al campo di concentramento di Buchenwald, non come guardiano, ma come moglie del comandante: influenzata dal potere e dalla posizione del marito, iniziò a torturare gli internati.

Fonte: Vanilla Magazine

Il sadismo

Ilse non considera i prigionieri come esseri umani, ma un materiale utile alla realizzazioni delle sue fantasie perverse e diaboliche.

– Cerca i prigionieri con dei tatuaggi e ne ordina l’esecuzione per realizzarne oggetti in pelle (paralumi, copertine di libri, guanti e tanti altri oggetti).
– Si aggira per il campo con una frusta e flagella a sangue chiunque osi guardarla.
– Ordina la costruzione di un maneggio e utilizza soldi rubati. Nella costruzione di questo, fa morire molti uomini.

Fra il 1937 e il 1945 a Buchenwald muoiono circa 56.000 persone.

Inoltre, Ilse aveva rapporti al di fuori del matrimonio (con il consenso del marito). In questo modo prese la sifilide, passandola al marito. Quando l’infermiere del campo, diagnosticò la malattia al marito di Ilse, quest’ultimo, in preda alla follia, uccise l’infermiere.
Poi sarà proprio questo omicidio a causare la fine del massacro messo in atto dalla coppia di coniugi.

L’arresto

Il 24 Agosto del 1943 i due coniugi vengono arrestati.
Ad imprigionarli non sono gli alleati, ma i nazisti, con diverse accuse:
– arricchimento privato;
– appropriazione indebita;
– omicidio di prigionieri per impedire loro di testimoniare.

L’accusatore è Josias von Waldeck-Pyrmont, responsabile delle SS della zona di Weimar che, osservando la lista dei morti, vede il nome di Walter Krämer, infermiere capo di Buchenwald, che conosceva personalmente.

La fine

La lista delle persone uccise per ragioni assurde si dilunga all’infinito, e Karl Koch viene condannato a morte. Muore il 5 Aprile 1945 nel campo di Buchenwald.

Ilse, invece, viene rilasciata nel 1944 per insufficienza di prove.
La donna va a vivere nella città di Ludwigsburg, dove verrà arrestata dagli alleati il 30 Giugno 1945.

Il processo:

La Koch e altri 30 imputati vengono condannati dinanzi al tribunale militare americano a Dachau nel 1947.
E’ accusata di “aver partecipato a un piano criminale di aiuto, favoreggiamento e partecipazione agli omicidi di Buchenwald”.
Stupendo la giuria, la Koch annuncia in aula che è incinta di 8 mesi, ma viene ugualmente condannata, il 19 agosto 1947, all’ergastolo anche per “violazione delle leggi e dei costumi della guerra”.

Nel 1948, nonostante la condanna, il Generale Lucius D. Clay, governatore militare provvisorio della zona americana in Germania, converte l’ergastolo in una sentenza di soli 4 anni, con questa motivazione:
Non ci sono prove convincenti che la donna selezionasse i detenuti per lo sterminio al fine di prelevarne la pelle tatuata o che possedesse oggetti in pelle umana.”

Secondo processo:

Sotto la pressione dell’opinione pubblica tedesca, la Koch viene nuovamente arrestata nel 1950.
Questa volta più di quattro persone ammettono di averla vista usare pelle umana per la realizzazione di oggetti vari.
Qui, la donna, ha un crollo emotivo e non si presenta in tribunale quando viene letta la sentenza (motivata da un libro di circa 111 pagine) che la condanna all’ergastolo.

Ilse si impicca ad Aichach il 1° settembre 1967.

I figli

I Koch avevano due figli.
Uno di loro si suicida dopo la guerra, perché non poteva sopportare il peso della vergogna provata per i crimini commessi dai suoi genitori.
Il figlio concepito in cella con uno sconosciuto prigioniero tedesco, battezzato Uwe Köhler, apprende l’identità della madre a 19 anni, poco prima del suicidio. Egli si reca spesso a farle visita, e chiederà la riabilitazione postuma per la sua reputazione, che non verrà mai concessa.

Speriamo che questa puntata del Black Horror Friday vi sia piaciuta!
Alla prossima settimana!

Alice Marcotti

Fonte: Wikipedia e VanillaMagazine

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