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Recensione Avengers Endgame: la fine di un’era iniziata nel 2008

È arrivato finalmente, nei cinema, Avengers: Endgame, capitolo Marvel che chiude un’era cinematografica, iniziata nel 2008. Preparate i fazzoletti, ecco la recensione del film.

Fonte foto: CN.et

Lo sapevamo dall’inizio, che il 2019 sarebbe stato un anno tragico per i nerd, con la fine della serie Game of Thrones, della terza trilogia di Star Wars (a dicembre) e la fine di un’era in casa Marvel.

Lo scorso anno, ci eravamo lasciati con la scomparsa del 50% della popolazione mondiale, per mano di Thanos, mediante le gemme dell’Infinito.
Nessuno di noi potrà mai dimenticare la disperazione che abbiamo provato quando i nostri supereroi preferiti sono spariti da un momento all’altro, soprattutto Spider-Man.

Il film inizia nella maniera più tragica, con Occhio di Falco (completamente assente in Infinity War) che perde all’improvviso tutta la sua famiglia e forse ci rendiamo conto, per la prima volta, quanto sia tragica la situazione.

La scena si sposta su Tony Stark, che vaga nell’universo insieme a Nebula e che vengono salvati da Captain Marvel.
Riuniti gli storici Vendicatori, insieme a qualche altro personaggio, si va a caccia di Thanos che, dopo aver sterminato metà dell’Universo, si è ritirato tranquillamente in campagna (sì, fa abbastanza ridere).
I supereroi scoprono che Thanos ha distrutto il Guanto e Thor, in un eccesso di ira, lo uccide.

Passano cinque anni e la vita è durissima: c’è chi non riesce ad andare avanti, chi cerca di farsi una nuova vita e chi cerca, disperatamente, di tornare indietro.
Grazie al ritorno di Ant-Man, rimasto nel Regno Quantico, i Vendicatori trovano il modo di riprendere le gemme, tornando nel passato, nel momento in cui alcuni di loro sono stati a contatto con esse.
E qui i cuori dei fan hanno sobbalzato: rivediamo vecchi personaggi ormai morti (Loki, la madre di Thor), vediamo scene che ci hanno fatto battere il cuore, come gli Avengers uniti per la prima volta nel primo capitolo a loro dedicato.

Dopo una serie di imprevisti, i supereroi riescono a prendere le gemme e portarle nel loro presente, nel quale Hulk, l’unico che può sopravvivere alla potenza del Guanto, schiocca le dita e riporta tutto com’era prima.
Ma tramite la Nebula del passato, che ha preso il posto di quella presente, Thanos riesce ad aprirsi un varco temporale ed arrivare nel presente dove sono i Vendicatori, a prendersi, finalmente, il guanto dell’Infinito, con tutte le gemme.

La battaglia tra l’esercito di Thanos ed i nostri supereroi preferiti è epica, forse una delle migliori del cinema moderno.

Vediamo tornare tutti i personaggi che in Infinity War se n’erano andati, tra cui, ovviamente, Spider-Man che si stringe in un abbraccio commovente con Tony Stark.
Mentre la battaglia infuria, la situazione si complica quando Thanos riesce a prendere il guanto, con l’obiettivo di schioccare le dita di nuovo, per dimezzare la popolazione dell’universo. Ma mentre sta per schioccare le dita, Iron Man prende il guanto ed usa le gemme per disintegrare Thanos ed il suo esercito, alle parole di: “Io sono Iron Man” (sì, qui i cuori di tutti i fan si sono fermati per un attimo, dobbiamo ammetterlo).
I supereroi vincono la battaglia, ma perdono il loro leader, il loro simbolo: Tony Stark.
Sul finale, vediamo lo straziante funerale di Tony, accompagnato dalle sue stesse parole, registrate in precedenza, in caso fosse andata male.
Vediamo il vero dolore negli occhi di tutti i suoi compagni, di tutti i protagonisti Marvel.
Captain America, che ha sempre sofferto per non essere riuscito a vivere nella sua epoca, decide di tornare indietro e rimanere nel passato, invecchiando, per poi passare il testimone a Falcon, nuovo Captain America.

Fonte foto: Inverse

Finisce così Avengers: Endgame, la fine di un’era. Ma analizziamo meglio il film.

Endgame è un film che sfiora la perfezione e che riesce a mescolare l’ironia tipica dei cinecomic (indispensabile soprattutto in questo film, per stemperare la pesantezza delle altre tematiche) al tragico e di tragedia, in Endgame, ce n’è veramente tanta.

Il film tocca tematiche importanti, come il sacrificio, che vediamo ben rappresentato: è presente sia quello di Vedova Nera, che si sacrifica per ottenere la gemma dell’anima (la battaglia tra lei e Occhio di Falco su chi deve sacrificarsi è straziante); ed, ovviamente, il sacrificio di Tony Stark, l’unico che era riuscito ad andare avanti con la sua vita, dopo l’eccidio di Thanos, creandosi una famiglia con Pepper, ma che decide di unirsi all’ultima avventura coi suoi compagni, per salvare l’umanità, anche a costo di perdere tutto.

Non è stato un film perfetto, ci sono stati dei difetti un po’ grossolani, che non si addicono ad un film di questa portata. Un esempio è sicuramente il personaggio di Thor, che avevamo visto crescere e svilupparsi in Infinity War, che in Endgame viene rappresentato come un adulto in sovrappeso, che non fa altro che mangiare e bere birra. Un trattamento che, di certo, il dio del Tuono non si meritava, anche se la citazione a Il Grande Lebowski è sicuramente divertente e calzante, ma doveva essere più breve.

Altro elemento negativo sono i tempi un po’ dilatati della prima parte del film: per la maggior parte del tempo non succede nulla ed i fatti salienti avvengono tutti nella seconda metà del film.

Ma queste sono piccolezze: Avengers: Endgame chiude un’era importante per l’Universo Cinematografico Marvel e lo chiude come lo aveva iniziato nel lontano 2008: con Iron Man come protagonista assoluto.

Robert Downey Jr. è stato un po’ il capostipite di questa rinascita Marvel, si è caricato sulle spalle il tentativo, sicuramente ben riuscito, di portare sulla pellicola le avventure dei fumetti.
Ha impersonato alla perfezione il personaggio di Iron Man “un genio, miliardario, playboy, filantropo” e nessuno potrà mai rappresentarlo meglio.

Seppur sotto Iron Man, anche gli altri personaggi hanno reso la loro grandiosità: Captain America ci fa ridere, ci fa piangere e ci rende orgogliosi; la sua storia si conclude nella maniera migliore, il suo compito è finito ed è giusto che torni nella sua epoca e che invecchi lì.
Nel resto dei Vendicatori, brillano Vedova Nera, che si sacrifica per l’umanità; Occhio di Falco, che finalmente vediamo rappresentato in una maniera non bidimensionale come sempre; note quasi negative, Thor e Hulk, fuori le righe e decisamente fuori contesto.

Seppur protagonisti di un minutaggio  inferiore rispetto agli altri, ci sono altri due personaggi che ci hanno incantato: Doctor Strange e Spider-Man.
Strange era morto in Infinity War, ma prima di sparire, aveva detto a Tony che, su 14.000.605 scenari, solo in uno, i supereroi avrebbero vinto ed ucciso Thanos.
Mentre in Endgame infuria la battaglia, vediamo Strange ricordare a Tony che c’è solo una possibilità di battere Thanos e nei suoi occhi vediamo il dolore e la sofferenza di conoscere tutto, ma di poter fare niente per evitarlo.

Dopo tante rappresentazioni di Spider-Man siamo arrivati alla sua forma migliore: Tom Holland, seppur giovanissimo, rappresenta alla perfezione il supereroe e ci regala delle scene magnifiche insieme a Tony Stark, tra cui il suo straziante addio, alla morte di Iron Man: “Abbiamo vinto Signor Stark, abbiamo vinto” e via le nostre lacrime scendere.

Si potrebbe parlare per ore di Avengers: Endgame, delle sue teorie temporali, di quello che doveva essere fatto o non doveva essere fatto, di quello che ha significato per noi la morte di alcuni personaggi, ma la questione è solo una: Endgame ha segnato la fine di un’era, non solo Marvel, ma cinematografica, che ci ha accompagnato per ben 11 anni.
Nel 2008 l’uscita del film Iron Man era, per noi, una novità, adesso i supereroi sono diventati parte integrante del nostro cinema.

È finito, così com’è iniziato: Io sono Iron Man.

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