Site icon The Web Coffee

Chi sono le nuove trentenni? Ce lo racconta Michela Gallo!

Chi sono le nuove trentenni?

Quante aspettative si hanno da una donna che entra ufficialmente negli -enta?

Ve lo dico io: troppe.

Matrimonio, lavoro, figli, maturità, orologio biologico, il corpo che inizia a cedere, il tempo che passa, l’ansia.

Siamo donne nel limbo tra la gioventù spensierata e l’età adulta, lontane dall’ideale di donna-bambola, distanti dall’ideale casalingo, prese totalmente da un processo moderno di emancipazione tra gavette infinite, stage mal pagati ed erudizione da social network.

Insomma, diventare trentenni sembra essere l’inizio del declino.

Ma da Carrie Bradshaw a Bridget Jones, i film ci insegnano altro: i trent’anni sono il preludio di una nuova vita.

Quasi come una seconda adolescenza, con alcuni piccoli piccoli vantaggi: i brufoli son spariti, certe insicurezze (si spera) pure, e soprattutto, ci son permessi gli alcolici.

Dunque, perché non godere appieno di questa nuova età dell’oro?

E noi a tal proposito, abbiamo intervistato una neo trentenne padovana che incarna appieno lo spirito di questo semplice concetto.

Michela Gallo, in “arte” Michela Wanderlust, travel addict, autrice del blog “Mai Na Gioia is the New Black“, 30 anni. Quasi 31, anzi.

Esuberante, senza peli sulla lingua, affronta la vita con “spalle larghe, ironia e Gin Tonic”.

Ma conosciamola meglio!

Ciao Michela, parlaci un po’ di te.

Domanda difficilissima. Tipo le domande aperte che si facevano a scuola, le odiavo, ma odiavo pure quelle chiuse ad essere onesta, quindi.

Mi chiamo Michela Gallo, sono di Padova e faccio parte della gang dei trentenni.

Cavolo è la prima volta che lo dico al primo colpo, generalmente la risposta è sempre ”25 e un po”’. Comunque si, 30 tondi fatti quest’anno. Anzi no, aspetta, li ho fatti a Novembre, quindi quest’anno ne faccio 31, oddio che ansia.

Cosa fai nella vita, di cosa ti occupi?

Altra domanda di quelle semplici.
La risposta razionale e realistica è: lavoro nello studio di famiglia (commercialisti) per mezza giornata, per l’altra mezza in un’azienda di cosmetici della mia città, nell’altra mezza faccio baby-sitter e nell’ultima mezza lavoro come PR per un’agenzia di moda.
Si esatto, se stai pensando che una giornata non ha così tante ore è corretto, lo penso sempre anche io, eppure.
L’altra risposta invece, quella di cuore, e di stomaco, è: sto ancora cercando di trovare il mio equilibrio, e la mia strada.
E’ una risposta del cavolo, me ne rendo conto, tutti cercando un loro equilibrio.
Personalmente poi ho avuto un anno di sbandamento, dove ho avuto il piacere di interagire con attacchi di panico, e lì o prendi il toro per le corna, o vai in buca totale.
Per cui ho iniziato a farmi più domande, di quelle difficili (tipo le tue) e cercare risposte.

E da bambina, che sogni avevi?

Ad essere onesta non sognavo molto, non avevo ambizioni. Ero una bambina simpatica e grassa; bullizzata un giorno si e l’altro pure.
Fino a poco tempo fa’ non l’avrei neppure detto, pensavo di non potermene lamentare, che fosse una cosa normale.
Invece non lo era, ma l’ho scoperto soltanto adesso, e negli anni infatti ho subito ampiamente le tristi conseguenze sia delle continue vessazioni, sia del mio negare fossero un problema vero.
Quindi no, non avevo molti sogni, l’unica cosa che ricordo nitidamente è l’amore per la scrittura.
Temi, lettere e diari. Ho un cassetto a casa pieno di diari.
Ho iniziato a scrivere quando avevo 8 anni. Un diario all’anno. Era l’unica cosa che mi piaceva, che mi regalava gioia (almeno fino a che non ho scoperto il vino).

Com’è stato raggiungere il traguardo dei favolosi trenta? 

Ma va, essere trentenni è una vera figata, un inno alla consapevolezza, alla maturità, alle Donne…
Ok, non è vero niente, è una fatica incredibile.
Noi trentenni non abbiamo nemmeno una categoria su Youporn, siamo solo di passaggio tra le Teen e le Milf.
Tre giorni per smaltire un Gin tonic e il metabolismo che si muove in slow motion.
Per non parlare del fatto che passiamo la giornata a fare slalom tra le foto di matrimoni e figli nei nostri ex compagni di classe, su Fb.
E’ che noi donne ci sentiamo continuamente in ritardo, su tutto: in ritardo per l’amore, in ritardo per la realizzazione di sé, in ritardo per la vita.
La verità sacrosanta, che ognuno dovrebbe tenere a mente, tatuarsi addosso o che so io, è questa: ognuno ha i propri tempi.
L’amore lo si trova pure a sessant’anni, ci si può sentire realizzate in mille modi e maniere, non necessariamente come madre, non necessariamente come donna in carriera, ed ogni scelta va bene, purché sia quella giusta per noi stesse.

Mai Na Gioia is the New Black: come nasce il tuo blog?

Quando sono approdata su Facebook, ho iniziato a riversare i miei pensieri/cavolate anche lì, invece che limitarli ai miei diari, e sin da subito ho notato un forte riscontro e tantissimi “sembra tu mi abbia letto nel pensiero”.
Non erano tanto i like a gratificarmi, quanto il fatto di riuscire ad arrivare davvero alle persone.
Essere, finalmente, capita.
Però la cosa finiva li. Le conseguenze della mia infanzia erano anche queste: autostima a zero, profilo basso e la profonda convinzione di non essere mai all’altezza.
Quindi per ogni “ma perchè non ci provi?”‘, avevo sempre pronto in tasca un “ma figurati. Io? Non scherziamo.”
Fino a che qualcuno che stimo moltissimo, mi ha convinto. Ed eccomi qua.
Mi sono affacciata al nuovo mondo, quello dei blogger, ed ho capito che sarebbe stato un casino.
Non sapevo nulla di blogging, di SEO, ne di Marketing.. non sapevo nemmeno che tipo di blog volevo avere.
Travel? Figata, si, chi non ama viaggiare, meglio ancora se gratis.
Già… però siamo in 150mila a farlo, che speranza potevo avere io? (E qui torniamo al solito problema di autostima, che generalmente è il primo passo verso il fallimento; praticamente è come un nuotare controcorrente.. na fatica!)
Quindi ho semplicemente continuato a fare quello che sapevo fare, senza pormi paletti e senza pormi etichette.. ho continuato a scrivere.
Per me stessa, per chi voleva leggermi.
Esattamente come nei miei diari: ho continuato a parlare dei miei viaggi, delle mie paturnie, di me.

Qual è l’articolo/viaggio che ti ha segnato particolarmente?

L’articolo più sentito e più letto/condiviso è stato quello del mio viaggio a New York.
26 anni, una relazione appena finita e una testa piena di “non posso farcela”.
Qualcosa nella mia vita doveva assolutamente cambiare.
Volevo dimostrare a me stessa che potevo fare ciò che volevo anche da sola.
Quindi senza troppo rifletterci su, son partita.
Ed è stato meraviglioso.
Ecco, la forza, il coraggio, derivano innanzitutto dalla nostra volontà.
E di solito la spinta avviene proprio quando tocchi il fondo, quando capisci che da lì puoi soltanto risalire.
E allora spingi con tutta te stessa, e qualcosa inizia a cambiare, TU inizi a cambiare.
E ti rendi conto che da sola, ce la fai. Che sei forte. Che sei “abbastanza”. Inizi a camminare a testa alta, finalmente.

Quali sono i consigli che le trentenni possono dare alle ventenni?

Dalla gang delle trentenni, vi dico: godetevi il cibo, l’alcool (moderato) e i flirt liberi. Perché prima che ve ne accorgiate avrete la gastrite, prenderete un kg per ogni insalata che mangerete e avrete trovato il vero amore.

Che magari sì, è una cosa positiva, ma realizzabile soltanto se prima avrete capito ciò che NON volete da un uomo.

Godeteveli ‘sti vent’anni, siete ragazzine: divertitevi, non cercate di simulare movenze e aspetto di donne adulte con tutto quel trucco e parrucco. Siete belle così.
Fermatevi spesso a chiedervi se siete felici, se state facendo tutto quello che potete per esserlo.
Leggete tanto, informatevi, studiate e non fermatevi all’apparenza delle cose.
Siate sempre voi stesse.
Non siate frivole, ricordatevi sempre di brillare, le foto mezze nude su Instagram con citazioni filosofiche sono una vostra scelta, ma sappiate che prima o poi cadranno nel dimenticatoio, quindi dimostrate ciò che siete anche con altri mezzi.
L’intelligenza, ragazze, è sexy.
Exit mobile version