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Il Piccolo Principe: il piccolo grande libro che c’insegna ad amare

È uno dei primi libri che ognuno di noi legge nella vita: Il Piccolo Principe ha un’importanza immensa nella letteratura ed oggi ripercorriamo tutto ciò che abbiamo imparato nella lettura di questo piccolo grande capolavoro.

 

Fonte foto: University Equipe

 

“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.

Questa è una delle citazioni de Il Piccolo Principe, una delle frasi che esprime il nocciolo di questo libro. In molti hanno ricevuto questo libro come regalo da piccoli e lo custodiscono gelosamente.

È un’opera eterna, che non passa mai di moda, che rimane uno dei libri più adatti per i bambini ed i ragazzi, che vogliono affacciarsi al mondo della lettura.

Il Piccolo Principe è un racconto di Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato il 6 aprile 1943. Il libro è indirizzato prevalentemente ai ragazzi, ma è adatto ad ogni età.

È un racconto poetico che affronta temi come l’amore, il senso della vita ed il rapporto che abbiamo con gli altri.

Nonostante sia un libro per ragazzi, contiene temi adatti ad ogni età, intensi ed estremamente maturi, ma con una visione quasi infantile, per rendere il racconto più appetibile ai più piccoli.

Fonte foto: Pinterest

 

“Mi disegni una pecora?”

È così che inizia la nostra storia, con questa domanda, un po’ bislacca, di un bambino ad un vecchio pilota d’aerei.

Fra loro nascerà una bellissima amicizia ed il bambino si rivelerà essere un principe di un lontanissimo asteroide, sul quale abita solo lui e nel quale ci sono solo tre vulcani inattivi ed una piccola rosa, di cui lui si prende cura.

Il racconto si snoda con la storia che il piccolo principe racconta al vecchio: il bambino ha viaggiato su diversi pianeti, incontrando adulti veramente strani, come un vecchio re scorbutico a cui piaceva dare ordini ai propri sudditi (pur essendo da solo sul suo pianeta), un uomo d’affari che passa il tempo contando le stelle, pensando siano di sua proprietà e un geografo, che non ha idea di come sia fatto il suo pianeta, perché non ha alcuno strumento per studiarlo e, per questo, passa il suo tempo seduto su una scrivania.

Il piccolo principe è sulla Terra per cercare una pecora che lo possa aiutare a mangiare i baobab che popolano il suo pianeta e che lo stanno soffocando.

Il bambino intreccerà diversi rapporti importanti nel suo viaggio, come quello con una volpe, che gli insegnerà cos’è l’amicizia, ma soprattutto quello con la sua rosa, che cresce sul suo pianeta, scorbutica e molto vanitosa, ma capirà di volerle bene solo stando lontana da lei.

Fonte foto: Huffington Post

 

Come detto, nonostante sia un libro per ragazzi, molti sono i temi importanti affrontati, uno fra tutti è quello col vecchio pilota: spesso gli adulti hanno perso la loro immaginazione fanciullesca, ma è importante non dimenticare di essere stati bambini una volta.

Gli adulti sono spesso indaffarati ed occupati dalle “cose degli adulti” e si stancano di ascoltare il mondo dei bambini.

Fonte foto: iCircle

 

Con la volpe viene affrontato il tema dell’amicizia:

“Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.

Con questa frase, la volpe fa capire al piccolo principe l’importanza dell’amicizia: quello che differenzia le persone è il tipo di relazione che intrecciano fra loro. Questo tipo di rapporto fra loro due, chiarisce la relazione che ha il bambino con la sua rosa.

Fonte foto: Cosmopolitan

 

Il legame che ha il piccolo principe con la sua rosa è una parabola sul senso dell’amore. Il bambino lascia il suo piccolo asteroide per la rosa, vanitosa e sgarbata, ma è sempre per la rosa che vuole tornarci. Questo descrive la complessità del sentimento dell’amore, anche visto dagli occhi di un bambino.

La chiave che gli farà capire il rapporto con la sua rosa, risiede nel momento in cui il piccolo principe arriva sulla Terra. Vedendo un campo di rose, capirà che lei non è unica e per questo è amareggiato. Ma è la volpe a chiarire la situazione: la sua rosa non è importante perché un esemplare unico, ma lo è perché lui l’ha nutrita e se n’è preso cura. Qui il piccolo principe capisce l’essenza del sentimento, andando oltre alla sua superficie.

Amare significa prendersi cura uno dell’altro, andare oltre alle apparenze e fare di tutto per la felicità dell’altro.

Fonte foto: Teatro Furio Camillo

Questo libro, all’apparenza un libro per bambini, è un grande insegnamento per gli adulti.

Insegna ai lettori a non abbandonare la propria parte infantile, che, nonostante il diventare grandi, possiamo rimanere un po’ bambini, continuando a guardare le cose con gli occhi del nostro bambino interiore.

Dobbiamo continuare ad apprezzare le piccole cose della vita, come quando il piccolo principe incontra l’uomo d’affari: lui conta le stelle, pensando che siano di sua proprietà, ma non ne apprezza la bellezza.

Ma soprattutto, dobbiamo far attenzione ai rapporti che intrecciamo con le persone nella nostra vita, che siano di amicizia o che siano d’amore, dobbiamo prendercene cura e non abbandonarli mai.

Perché un rapporto non è un legame da lasciare abbandonato, ma è come un giardino da curare, giorno per giorno, altrimenti sfiorisce del tutto.

Fonte foto: MovieforKids

 

Il Piccolo Principe è un racconto che insegna ai bambini come approcciare ai primi rapporti nella loro vita, facendogli comprendere fin dall’inizio come prendersene cura.

Ma è soprattutto un libro per gli adulti, che aiuta a non dimenticarsi mai di essere stati prima bambini che adulti e che li rimette sulla retta via, che, molto spesso, viene perduta durante la crescita.

Un piccolo grande libro da regalare, leggere e rileggere, che ad ogni lettura ci regalerà qualcosa di nuovo e più bello.

“Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano.”

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