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Dark: tra ponti di Einstein- Rosen e viaggi nel tempo.

Soltanto pochi giorni fa gli appassionati di serie TV soprannaturali hanno ricevuto una bella notizia dal noto colosso di streaming Netflix.

La pagina ufficiale della serie TV “Dark” ha infatti annunciato il rilascio della seconda stagione a giugno 2019.

Le avventure di Jonas e degli altri abitanti di Winden torneranno dunque all’inizio della prossima estate, ma proviamo a ripercorrere gli eventi della prima stagione di questa serie!

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La serie è ambientata a Winden , in Germania, nel 2019 (anno di rilascio della season 2)

Per altro, vista l’importanza che il tempo e, nello specifico, gli anni, hanno lungo tutti gli episodi, può essere che il fatto che la serie sia ambientata nell’anno di rilascio della season 2 possa influenzare la trama di quest’ultima.

Il primo episodio si apre con un suicidio, e subito si capisce che non si tratta di una copia di Stranger Things, come era stato ipotizzato, (visto il lancio poco dopo la seconda stagione della seconda serie della ormai conosciutissima produzione Netflix) ma di qualcosa di portata diversa e con toni decisamente più foschi.

Ciò verrà poi confermato nel corso di tutte le 10 puntate che la compongono, che, per altro, ripropongono il formato adatto al binge – watching, con puntate da 50 minuti circa e un cliffhanger alla fine di ogni episodio che lascia il bisogno di continuare senza mai scadere nell’ assurdo.

Le vicende, dopo la scena già citata del suicidio, riprendono alcuni mesi dopo con la misteriosa scomparsa di due ragazzini, un giovane liceale e un bambino.

Gli intrecci

Inizia così la tragica storia, che sembra ripetersi analogamente a quanto accaduto 33 anni prima nella stessa, piovosa cittadina della Renania: le famiglie coinvolte sono le stesse, e le vicende dei personaggi sono portate avanti in parallelo, intrecciando passato e presente in un vortice a volte complesso da seguire e che lascia aperte molte domande che, si spera, verranno chiarite proprio nella seconda stagione.

Nel presente come nel passato, si intrecciano l’ingenuità dei bambini, l’intraprendenza degli adolescenti, non necessariamente volta al bene, e il tentativo, spesso fallito, degli adulti di risolvere la situazione.

A questo si aggiunge la presenza di un terzo “tempo parallelo”, 66 anni prima del presente, e di un quarto, 33 anni dopo il 2019: gli intrecci sono davvero sorprendenti. Poco alla volta, i tasselli tornano, parzialmente, al loro posto.

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La serie ipotizza infatti, che la storia si ripeta, ciclicamente, ogni trentatré anni, e che ciascuno dei singoli abbia un proprio ruolo già definito entro quella macchina.

Anche quando, come capirà a proprie spese uno dei giovani personaggi, perché di un vero e proprio protagonista è difficile parlare essendo Dark “corale”, le azioni sembrano volte ad opporsi al flusso del tempo e a quanto deciso da quella “macchina ciclica”, ecco che anche allora si sta facendo esattamente quanto programmato.

Ogni tentativo di intervento del passato porterebbe conseguenza di enorme portata in ogni anello temporale, proprio per lo stretto legame che c’è tra questi.

Tale legame è più forte, e quindi i confini tra passato, presente e futuro più debole, tanto da permettere veri e propri viaggi nel tempo, in presenza di un ponte di Einstein-Rosen, o wormhole, situato nella serie proprio nelle grotte vicino a Winden.

Nel corso della storia, l’impotenza dei personaggi di fronte all’enorme disegno è evidente e le loro vicende personali si dimostrano essere strettamente legate e influenzate dalla vicinanza del ponte temporale.

Man mano che il puzzle di queste vicende si costruisce, il quadro completo appare fitto e ricco.

Le tematiche trattate, primo fra tutte la futilità della azioni umane, conferisce alla serie un tono tragico, oscuro (come per altro già il titolo Dark e la sigla della serie suggeriscono), affiancato da tanta adrenalina e tanto mistero, una buona dose di intellettualismo e tanti colpi di scena ben costruiti.

È indubbiamente una serie capace di attirare (e mantenere) l’attenzione, di coinvolgere e regalare spunti di riflessione interessanti.

Parte del fascino del prodotto sta nel tentare di decifrare l’enigma, nel cogliere e assaporare i singoli legami, nel lasciarsi affascinare dalle teorie (“La domanda non è dove, ma quando” è la frase che racchiude la teoria che ha maggior spazio), dai personaggi e dai collegamenti fra questi.

Si ha la sensazione di essere davanti a una scacchiera, di star giocando una partita dove ogni singola mossa può avere ripercussioni importanti sull’intero game.

La differenza è che, per ora, in Dark non sembra esserci un vincitore. Si può ipotizzare che Netflix decida di portare avanti lo stesso format anche per la seconda stagione, con  nuove mosse da parte dei protagonisti in gioco e, chissà, magari uno scacco matto finale.

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Se, per prepararsi al rilascio della season 2, qualcuno volesse guardare i primi dieci episodi, la serie è consigliatissima a tutti coloro che amano le serie TV brevi, ma capaci di intrigare, far scervellare e lasciare inquieti.

La base scientifico- filosofica di Dark, affiancata a un contesto che si scopre essere fantascientifico, regala un prodotto intellettualmente elevato, ma allo stesso tempo che può essere visto su diversi livelli.

Certo, può non essere adatto a chi vorrebbe un prodotto di semplice binge-watching per intrattenersi nella serate in compagnia di un pacchetto di pop- corn.

Il rischio, in quest’ultimo caso, è di non cogliere a pieno tutte le sue potenzialità. Potenzialità che, sembra giusto ripetere, si spera che Netlix e i produttori scelgano di sviluppare al meglio nei nuovi episodi.

L’appuntamento, per scoprirlo, è a giugno 2019!

 

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