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Social network e Internet: la nostra vita è davvero al sicuro?

Verso cosa andiamo incontro nel mondo virtuale?

Ormai Internet e, negli ultimi anni, i social network sono divenuti parte integrante e completa della nostra vita quotidiana, sia sul fronte personale che sul fronte lavorativo.

Sul fronte personale perchè strumenti come Skype, FaceTime (per chi possiede un computer Mac), e i vari social network (Facebook, ma anche Twitter, Instagram, “evoluzione” dei vecchi Netlog e Myspace) ormai ci consentono di rimanere in contatto con la nostra famiglia, ma anche con gli amici.

Spesso si è sentito parlare di “vecchie scolaresche” che si sono ritrovate dopo anni proprio grazie al social creato da Mark Zuckerberg.

Ma i social network si sono rivelati negli ultimi anni anche uno strumento indispensabile a livello lavorativo.

Ormai molte aziende sfruttano il forte impatto che hanno i social per promuovere le loro aziende, i loro prodotti, i loro eventi. Un impatto, dietro il quale però si possono rivelare anche degli “aspetti oscuri”. E la domanda sorge spontanea:

Siamo davvero al sicuro sui social? I nostri “dati” (inteso come tutto quello che diciamo) sono protetti?

Prima di affrontare un “nemico” bisogna conoscerlo: i social network

L’avvento dei moderni social media e quindi di nuove modalità di comunicazione hanno reso Internet non più solo un luogo di incontro e discussione, ma anche un luogo in cui trovare soluzioni e concludere affari dal punto di vista sia personale, che lavorativo.

Questo ha fatto sì che non vi sia una barriera delineata tra la vita reale e la vita online.

Ciò implica che ogni azione compiuta online può avere potenziali ripercussioni anche negative nella vita reale, sia a livello personale che a livello lavorativo.

Per questo è importante capire cosa sono i social network e soprattutto che fine fanno i nostri dati, una volta che decidiamo d’iscriverci.

Il fenomeno social ha un’origine, strano ma vero, universitaria: Facebook, ad esempio, nasce dall’idea di un gruppo di universitari i quali, che una volta concluso il percorso accademico, non volevano perdersi di vista una volta entrati nel mondo del lavoro. 

Non per niente il nome stesso “Facebook” (tradotto “libro delle facce”)  esprime in pieno il concetto: una raccolta di foto scattate da questi ragazzi durante il periodo universitario.

Una raccolta divenuta ora la banca dati più grande del mondo, dove sono custodite le informazioni personali e sensibili di oltre 2 miliardi di persone.

Questo dato è importante per sottolineare come l’idea del social come “piccolo spazio intimo” sia molto lontana dalla verità.

Un’idea che può portare ripercussioni a livello privato e professionale, anche a distanza di anni.

In virtù proprio di questo, bisogna stare attenti a quello che pubblichiamo e alle informazioni che noi forniamo sui social, a partire da quando ci iscriviamo.

Questo perchè, una volta che noi ci iscriviamo ad un social network, i vari dati personali vengono indicizzati sui motori di ricerca (in parole povere, se un qualsiasi utente della rete, anche non per forza iscritto al social, digita il mio nome e cognome, mi trova facilmente).

Inoltre, è importante sapere che una volta iscritti ad un social network, qualora decidessimo di eliminarci, i dati forniti non vengono del tutto cancellati, ma archiviati. 

Studi recenti hanno dimostrato come i social siano in grado di ricavare su di noi anche informazioni che non gli forniamo. Come’è possibile? Semplice, ci studiano, attraverso i movimenti che facciamo al loro interno: il tipo di foto che condividiamo, le pagine a cui mettiamo “Mi piace”. E sono in grado pure di seguirci anche fuori dalla rete, grazie ad app come Messenger Facebook Lite.

Quindi in primis dobbiamo essere noi ad “autotutelarci”, e quello che possiamo fare è semplice:

  1. leggere attentamente i cosiddetti “termini d’uso” e la “privacy policy” (pagina in cui sono indicate le modalità di utilizzo dei dati personali inseriti dall’utente);
  2. informarsi circa il gestore del social network;
  3. verificare le varie impostazioni.

Inoltre esiste la cosiddetta social privacy.

Un diritto riconosciuto, garantito e tutelato dall’ordinamento Italiano ed Europeo, agli utenti che utilizzano tali strumenti, di controllare che i dati personali inseriti al momento dell’iscrizione e/o accettazione del servizio, siano trattati nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente (Dlgs 196/2003), la quale, a partire dal 25 maggio verrà sostituita dal nuovo Regolamento UE sulla protezione dei dati personali 

GDPR, 25 maggio 2018: cosa cambierà

Il nuovo Regolamento UE sulla protezione dei dati personali rappresenta una vera e propria “stretta” alla violazione della privacy, a vantaggio dei cittadini e degli utenti, che vedranno riconosciuti maggiori diritti a tutela dei loro dati personali.

In particolare, tale regolamento stabilirà norme relative alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e alla libera circolazione degli stessi oltre a garantire e tutelare i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche, in particolare il diritto alla protezione dei dati personali.

Tra queste norme:

  • la verifica dell’esattezza dei dati rispetto alle finalità per cui sono trattati:
  • la raccolta e il trattamento per determinate finalità, che dovranno essere esplicate e legittime;
  • la minimizzazione dei dati (limitati, adeguati e pertinenti alle finalità per cui sono trattati);
  • La limitazione della conservazione (i dati dovranno essere conservati in una forma che consenta l’identificazione degli interessati per un arco di tempo non superiore al conseguimento delle finalità per le quali sono trattati).

 

Per maggiori informazioni potete cliccare qui

 

SITORAFIA

www.agendadigitale.eu

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