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I bambini sfogliano i libri con un dito, come se fossero tablet.

In un’era dove la tecnologia circonda e influenza quasi ogni parte della nostra vita quotidiana, alcuni aspetti dell’infanzia possono essere a rischio, e l’apprendimento dei bambini può rischiare di risultare troppo tecnologico.

Il caso in Gran Bretagna

Da qualche tempo alcune maestre membri dell’ Unione Nazionale dei Docenti (National Union of Teachers) si sono accorte che i loro bambini confondono telefoni e tablet con i libri.
“Strisciano il dito verso sinistra” affermano, “come se fossero dispositivi tecnologici”.
Durante un dibattito sulle biblioteche, Jennifer Bhambri-Lyte, ha parlato dei “felici ricordi d’infanzia” nel “correre verso la biblioteca, raggomitolarsi in un angolo con un libro, sfogliare le pagine, guardare le figure”.
Un’altra afferma che trovare un bambino con un libro in mano e vederlo mentre cerca di scorrere il dito sulla pagina è preoccupante. Ora i libri sono un lusso che molte famiglie non possono permettersi.

L’era del Kindle

“I Kindle e iPad sono apparecchi meravigliosi, ma molti miei amici parlano ancora del profumo dei libri, trovare biglietti e scontrini lasciati da altri a mo’ di segnalibri”.
E’ indubbio che il profumo della carta lasci in noi sensazioni e ricordi impressi nella nostra mente, ma come consiglia un’associazione per l’alfabetismo (NLT), sarebbe un bene che i genitori avvicinino i bambini ai tablet e ai Kindle per spingerli alla lettura, dato che un gran numero di giovani respingono questo tipo di attività.
Ogni forma di progresso può essere dannosa se si abusa di essa, ma quando si tratta di cultura, sicuramente ogni forma di tecnologia è ben accetta.
Una ricerca infatti ha dimostrato che i bambini dai tre ai cinque anni di età leggono molto più spesso e hanno un vocabolario molto più ampio se hanno accesso ai dispositivi con tecnologia touch-screen.

E’ davvero la fine per i libri cartacei?
Carta o schermo, quale sarà il libro del futuro?
Sono domande che gli amanti della lettura si pongono da quando gli e-book sono entrati in commercio.
I ragazzi leggono di meno, o per niente. Gli insegnanti obbligano alla lettura imponendo libri noiosi, lenti, che non fanno altro che allontanare i giovani ancora di più.
Con internet, la nostra mente non è più allenata alla lettura lunga, ma a semplici e rapidissime frasi e flash news.
Il tempo che una volta dedicavamo alla lettura, viene ora occupato dai social network, dai videogiochi e video online. Persino i manuali di istruzione sono stati rimpiazzati da tutorial su YouTube di durata cinque minuti.

La cultura è l’unica cosa che crea (in)dipendenza. Non perdiamola.

 

FONTI

Telegraph News 

 

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