
Il concetto di papà non è mai stato legato alla capacità di procreare. Buona “festa del papà” a chi ha saputo farci da Padre. (Franaltomare, Twitter)
Essere madri è un’esperienza che cambia la vita. Il rapporto madre-figlio è un legame esclusivo che si viene a creare comportando una serie di avvenimenti che condizioneranno poi la vita del bambino. Spesso però, non si tiene in considerazione una delle persone che è importante per lo sviluppo del piccolo: il padre.
Sembra quasi inopportuno e stereotipato parlare quindi oggi, dell’importanza del legame padre- figlio, ma forse è proprio in virtù di questo stereotipo, e di questa giornata, la festa del papà che ne vale la pena farlo.
Durante il periodo della gravidanza e della successiva nascita, non soltanto la donna è coinvolta nel doversi occupare del nuovo ingresso in famiglia. Anche l’uomo è preso da questo cambiamento e spesso si sottovaluta cosa un uomo che sta per diventare padre, stia provando. In realtà, tanti sono stati gli studi sulla psicopatologia della paternità.
Una madre nasce contemporaneamente a suo figlio. Un padre a volte aspetta degli anni prima di nascere.(Fabrizio Caramagna)
La psicopatologia ha il compito di valutare le anomalie psichiche che colpiscono il soggetto in seguito a stress e traumi di vario genere. Anomalie che possono insorgere a causa di cambiamenti importanti, come appunto diventare genitore. Mentre una donna non può sottrarsi all’incombenza della nascita imminente, un padre, che biologicamente non è programmato per portare in grembo un bambino, può mettere in atto una serie di azioni volte a sfuggire a quest’evento.
Si tratta di coloro che, immersi in un vortice di problemi che insorgono con l’idea del diventare padre, scappano. Si rifugiano nel lavoro, cercano conforto nell’alcol, o addirittura si allontanano da casa e finiscono nel letto di un’altra. Sono tutti meccanismi che nascondono la loro paura della nuova responsabilità. Ponendo forse, più attenzione a ciò, si potrebbe evitare di rompere quel legame importante quale è quello tra padre e figlio o magari risanarlo dopo un momento iniziale di totale panico. Perché in fondo si tratta di questo. Puro e semplice panico. E da sempre, l’uomo davanti al panico, o lotta…o scappa.
Alcuni però, è come se fossero nati da sempre per fare i padri. Diventano quindi uomini più responsabili, rimangono accanto alla loro compagna e sono pienamente coinvolti nell’arrivo della nuova vita all’interno della loro neo-famiglia. Come un perfetto quadretto stile mulino bianco. Oggi voglio crederci, non voglio pensare a padri che uccidono figli, a padri che vanno via lasciando orfani i piccoli umani. Oggi, voglio dare potere, per quanto mi sia concesso, al desiderio dell’uomo di essere non solo padre, ma anche un papà.
Ad essere padri, possono essere bravi tutti, ma la vera sfida è essere papà.
Un papà è colui che cresce un figlio. Che si emoziona per i suoi primi passi, che lo vede allontanarsi con uno zaino più grande di lui e il grembiule blu, che supporta (e sOpporta) l’adolescente che sta diventando un uomo. Che guida quell’essere nel mondo, lasciando che trovi la sua strada ma offrendogli un porto sicuro in cui poter tornare. Un papà lotta. Gioca. Ama. Tutto poi, per poterti guardare alla fine, con quei suoi occhi stanchi ma fieri, consapevoli di aver fatto un buon lavoro. Complimenti, papà hai cresciuto un figlio.