Ultimi giorni in Centro America: il senso di questo viaggio

Nel mio cuore,però, portavo la memoria di quei paesaggi naturali incontaminati praticamente.

Alcuni di questi colonizzati anche da occidentali, come le spiagge messicane o la giungla guatemalteca.

Quello che mi colpì particolarmente, a livello generazionale, di questo viaggio, era l’idea di sviluppo.

Intendo dire, mi diede l’impressione di una possibilità, di un luogo di possibilità per lo sviluppo di una generazione alternativa figlia del concetto no-global praticamente.

In quel continente i moti di protesta e rivoluzionari, si facevano sentire più forti che nella nostra roccaforte culturale europea e lo sguardo verso un futuro costruttivo e occidentalista era più ferrato che non a Goa, in India, dove memorie neo-colonialiste alternative attecchirono con più facilità.

Qui, come altrove, lo spirito di collaborazione e cooperazione con le popolazioni indigene era forte e il concetto di salvaguardia del pianeta si faceva sentire fra la gente.

Ero in occidente: ero in Centro America, non più in oriente e l’atmosfera si respirava tutta!

Sorseggiavo cioccolato caldo o caffè lungo mentre disegnavo nei bar della capitale, parlavo con gli altri turisti e con la gente del luogo e pensavo al mio titanico progetto di cambiare vita, rimanere in quella nazione o spostarmi in Argentina.

Non lo feci, non ne ebbi il coraggio, la nostalgia scrisse le ultime righe di quel mio soggiorno e poi il mio biglietto di ritorno stava per scadere e dovevo pendere una decisione.

hiker-1607078_1920 Viaggi intorno al mondo: ultimi giorni in Centro America

La mia carriera di traveller era in corso.

Sarei tornato, e avrei guadagnato qualche altro soldo come stagionale e sarei ripartito alla volta di qualche altra meta: insomma, in fin dei conti tutto poteva succedere.

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