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Pablo Neruda: poesia al veleno?

Nuove rivelazioni a distanza di anni riscrivono la morte del poeta spagnolo

E anche se attaccati e attaccati

Cile, il mio paese non sarà sconfitto

NESSUNO DOMINIO ESTERO PENSATO.”

Si conclude con queste forti parole nazionaliste una delle ultime opere di Pablo Neruda prima della sua morte, avvenuta il il 23 settembre 1973, ufficialmente a causa di un cancro alla prostata del quale il poeta cileno soffriva da tempo.

Una morte avvenuta in un periodo molto delicato della storia del paese sudamericano, dal punto di vista politico ed istituzionale.

Nei primi anni 70′ in Cile, infatti, si è assistito al completo disfacimento del governo democratico cileno guidato da Salvador Allende (tra l’altro carissimo amico di Neruda), che in seguito al colpo di stato e all’instaurazione della dittatura del generale Augusto Pinochet, avvenuta l’11 settembre, si suicidò gettandosi dal palazzo della Moneda durante il golpe.

E proprio questo legame con la democrazia di Allende e le successive vessazioni da parte del generale golpista avrebbero un ruolo importante nella sua morte.

In seguito alla scomparsa del poeta, il suo autista e guardia del corpo sostenne l’ipotesi non della morte per cause naturali bensì dell’omicidio.

Omicidio avvenuto per volontà di Pinochet nella clinica Santa Maria a Santiago mediante una misteriosa iniezione.

Tuttavia questa testimonianza “cadde nel vuoto”, ma i famigliari del poeta continuarono a sostenere la morte non per cause naturali, dato il clima politico in cui era avvenuta.

Un mistero rimasto tale fino all’8 aprile 2013,quando si decise di riesumare il corpo per stabilire realmente le cause.

LE INDAGINI
L’inchiesta sulla morte di Pablo Neurda nasce dalle dichiarazioni fatte dall’autista del poeta, Manuel Araya.

Araya sostenne che il grande poeta venne ucciso con un’iniezione letale durante il ricovero nell’ospedale di Santiago.

Tuttavia, tale ipotesi venne scartata dal referto sugli esami radiologici e istologici effettuati sulla salma.

Esami che hanno evidenziato, come era noto già all’epoca, lo stato molto avanzato del suo tumore alla prostata.

Un’ipotesi, però, sostenuta anche dalla moglie di Neruda e dall’infermiera dell’ospedale.

(continua nella pagina seguente)

Pablo Neruda: il caso della sua morte si riapre

Nel novembre del 2013 viene dichiarata ufficialmente la morte del poeta a causa di un tumore alla prostata.

Inoltre viene confermata la totale assenza di sostanze velenose nel suo corpo.

Una risposta che non ha mai convinto fino in fondo i familiari, che sostengono che diverse sostanze sono difficilmente rintracciabili, e possono essere facilmente usate per far passare per suicidi o morti naturali degli omicidi (es. il gas sarin)

Nel maggio 2015 un team spagnolo dichiara il ritrovamento di proteine anomale nelle ossa di Neruda, non riferibili a farmaci, alcune legate al cancro e altre a un’infezione improvvisa e assai rapida da Staphylococcus aureus.

Ciò nonostante, il caso finisce in archiviazione.

2017: Pablo Neruda non è morto di cancro, ma avvelenato

Un’équipe internazionale di scienziati,tra i quali lo spagnolo Aurelio Luna, recentemente ha condotto una serie di analisi sul corpo del poeta cileno, e avrebbe identificato una “«una tossina nelle ossa che potrebbe aver causato la morte».

Lo stesso Luna avrebbe dichiarato l’incompletezza del certificato di morte sulla causa del suo decesso.

Inoltre si stanno conducendo indagini anche su un batterio ritrovato nei resti di Neruda, per verificare se si tratti di Staphylococcus aureus (come osservato già due anni prima) o di “una specie batterica coltivata in laboratorio”.

Ipotesi,quest’ultima, che confermerebbe la presenza di terzi, intervenuti a somministrare il batterio con l’intento criminale di uccidere Neruda, come affermato sempre dall’autista.

SITOGRAFIA:

http://www.nerudavive.cl/index.php

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