GUERRA (AL) NUCLEARE
Da una forma d’energia primaria, intesa come presente in natura e non deriva dalla trasformazione di un’altra forma di energia, l’energia nucleare, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale fino ad arrivare alle terribili sfide dei giorni nostri tra Trump e Kim Jong-un, è divenuta sempre più primaria, intesa come necessaria, indispensabile per dimostrare la propria potenza e forza a livello politico- militare.
Ma facciamo un attimo un passo indietro, all’origine.
Come detto sopra, l’energia nucleare viene prodotta in natura, a seguito a trasformazioni nei nuclei atomici, dette “reazioni nucleari”. Esse sono:
- fissione nucleare: i nuclei di atomi pesanti si rompono diminuendo la propria massa.
- fusione nucleare: i nuclei di atomi pesanti si uniscono aumentando la propria massa.
- decadimento : i nuclei di atomi instabili, tramite processi di emissione/cattura di particelle subatomiche (radioattività), tendono a raggiungere uno stato di maggior equilibrio in conseguenza della diminuzione della massa totale del sistema
Proprio su quest’ultima reazione nucleare furono condotti i primi studi a partire dalla fine del XIX secolo,quando lo scienziato Albert Einstein intuì la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell’atomo.
Questo aprì la strada alla cosiddetta fisica nucleare , grazie ai progressi della quale tale forma d’energia cominciò ad essere sfruttata per uso militare (esempi più tristemente noti sono le bombe atomiche che il 6 e 9 agosto 1945 gli Stati Uniti lanciarono sulle città di Hiroshima e Nagasaki (la cui realizzazione si sfruttò la reazione di fissione nucleare).
Fortunatamente l’energia nucleare col tempo venne sfruttata anche per altri scopi diversi da quello militare e bellico. Alcuni esempi:
- le batterie nucleari, in grado generare corrente tramite il decadimento radioattivo degli elementi in esse contenute.
- reattori e centrali elettriche a fissione
Cernobyl e Fukushima: quando l’energia nucleare diventa pericolo
Una centrale nucleare brucia uranio e produce energia elettrica, ma, a differenza di una normale centrale termoelettrica che brucia carbone, petrolio o gas, non sfrutta reazioni chimiche, bensì reazioni di fissione nucleare, circa un milione di volte più energetiche a parità di massa di combustibile.
Tuttavia, queste centrali hanno anche un “risvolto negativo”: le cosiddette scorie radioattive.
Tali scorie dovrebbero essere emesse al minimo se la centrale nucleare ha un buon funzionamento; tuttavia nel corso della storia, vi sono stati alcuni episodi in cui disastri a tali centrali hanno comportato conseguenze permanenti su persone e cose.
Cernobyl, 26 aprile 1986.
Alle ore 1.23 circa, presso la centrale nucleare V.I. Lenin, una forte esplosione causa un incendio alla centrale stessa, rilasciando una densa nube radioattiva, il cui impatto sull’ambiente e sull’uomo fu assolutamente devastante.
Impatto che si sente ancora, a distanza di quasi 32 anni.
Una serie di esplosioni a seguito di un terremoto,invece, furono alla base,l’11 marzo 2011, del disastro nucleare alla centrale di Fukushima Dai-ichi,in Giappone.
Tale disastro, oltre che conseguenze a livello ambientale, ebbe forti ripercussioni a livello politico internazionale, legato al prosieguo o meno dell’utilizzo dell’energia nucleare (o della continuazione dei suoi programmi di sviluppo).
Energia che negli ultimi tempi, stando alle continue notizie che affollano i quotidiani internazionali quasi ogni giorno, sembra essere tornata al suo uso negli anni della nascita della fisica nucleare: quello bellico.
Un uso per mostrare la propria forza, sottovalutando il reale potenziale, a volte devastante, dell’energia che si ha a disposizione dalla natura.