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Il castello di Herrenchiemsee: dove la Germania si veste alla francese

Alla scoperta della Versailles bavarese

Herrenchiemsee: la Versailles bavarese.

In Baviera, sul lago Chiemsee, vi è la Reggia di Versailles.

Ovviamente non mi riferisco all’originale voluta da Luigi XIV e realizzata da Louis le Vau nel 1661 ma una sua replica realizzata per volontà del visionario duca di Baviera Ludwig II nel 1878.

Il castello di Herrenchiemsee doveva mostrare la sfrenata ambizione del sovrano di uguagliare il Re Sole.

Fu incaricato del progetto Julius Hoffmann e costò le intere finanze del regno e la destituzione di Ludwig II nel 1886.

Dopo la morte del monarca, nel 1886, fu aperto al pubblico mostrando lo sfarzo di ambienti come la Camera da Letto del Re e la celebre Galleria degli Specchi, più imponente dell’originale francese ed il loro contrasto con ambienti rimasti incompleti.

La Reggia parigina, come desiderò Luigi Filippo nel 1837, ospita un museo dedicato alla storia della nazione tanto che Versailles da palazzo reale è divenuto un monumento

“À toutes les gloires de France (a tutte le glorie di Francia)”.

Anche il palazzo bavarese è divenuto un museo dedicato al Walt Disney ante-litteram.

Il castello di Herrenchiemsee: dove la Germania si veste alla francese

Ma quello scontro tra gloria e miseria, ambienti lussuosi e vasti spazi vuoti mostra anche un monumento alla storia della reggia francese.

Divisa tra la gloria della Famille Royale e la cruda realtà del popolo francese (scoppiata nella rivoluzione 1789).

Ma anche ad un fatto recente che ha colpito l’Europa intera.

Il 13 novembre 2016, la capitale francese fu il triste teatro dell’efferata criminalità di matrice fondamentalista che ha seminato morte e panico allo Stade de France e nel cuore stesso della capitale.

130 persone hanno perso la vita quella notte.

L’Europa Unita si è trovata davanti ad un terrore senza precedenti.

Mi piace pensare al rosso dei mattoni di Herrenchiemsee come il sangue di queste vittime innocenti che volevano solo divertirsi ad una partita o in discoteca.

Gli affreschi della Galleria degli Specchi come la luce e la grandezza di un futuro.

Un futuro di pace, di civile convivenza e di pace.

 

Articolo di Federico Rosselli e Martina Lumetti

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