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Dossier Vaccini

Mai, come in questo momento, il tema Vaccini è tanto dibattuto sul nostro territorio nazionale. Diverse campane che suonano la loro personale musica. Chi è contro, chi è a favore. Sembra di trovarsi in un’arena dove gladiatori si scontrano senza risparmiarsi colpi. Ma proviamo a fare un po’ il punto della situazione.

Un po’ di storia

La pratica vaccinale viene oggi considerata come uno dei traguardi della medicina, un vero e proprio successo. Il cammino è stato, però, lungo e faticoso e vede come protagonisti diversi personaggi illustri della storia della medicina.

La nostra storia inizia nel 1796, siamo in Inghilterra ed è Edward Jenner il protagonista di questo primo capitolo. In quegli anni il Vaiolo rappresentava una piaga non da poco. Il Dr Jenner inizia la sua lotta contro questa malattia. La sua intuizione, la lampadina che si era accesa, si è basata sull’osservazione, infatti notò come i contadini che avevano contratto il Vaiolo Bovino e guariti non si ammalavano della variante umana. Decise di sperimentare tale intuizione inoculando il pus di vaiolo bovino di una vescicola appartenente ad una donna infetta su un ragazzo. Dopo mesi allo stesso ragazzo venne inoculato il pus di vaiolo umano. Il ragazzo non si ammalo. Quel ragazzo divenne il primo essere umano vaccinato. In quel giorno iniziava la lotta contro una piaga che al giorno d’oggi non esiste più. Quel giorno si pose una pietra miliare per la storia della medicina.

Edward Jenner

Qualche anno più tardi tale pratica approda anche in Italia per merito di Luigi Sacco. Era il 1799.

Dopo l’intuizione di Jenner la strada era aperta. Ed ecco un altro illustre della medicina: Behring.

A lui si devono i sieri antidifterite e antitetanica. Siamo nel 1980, i primi esperimenti su animali che dimostrarono, tra l’altro, che tali sieri, se somministrati nell’immediato dopo il contagio, potevano anche essere curativi oltre che servire da prevenzione. Viene introdotto il concetto di antitossina, quale cura post esposizione.

Arriviamo al 1985 e qui incontriamo uno dei più conosciuti della medicina e della microbiologia, direi il padre di quest’ultima. Louis Pasteur. A lui si devono diversi antidoti e soprattutto al concetto di microrganismo attenuato. Questo permetteva una risposta da parte del sistema immunitario che non fosse violenta e pericolosa per l’individuo ma che ne garantisse l’instaurarsi dell’immunità.

Louis Pasteur

Arriviamo in tempi più recenti. Siamo negli anni ’50 – ‘60 e qui incontriamo due scienziati, Salk prima, Sabin dopo. A loro si deve il vaccino antipolio, che più vanti tratteremo un po’ più nel dettaglio.

Si erano, quindi, buttati i pilastri che hanno condotto la ricerca a trovare sempre più vaccini e sempre più metodi di prevenzione contro malattie pericolose, a volte mortali a volte gravemente invalidanti e a volte, fortunatamente, fastidiose.

Il caso polio

Il vaccino della polio è un vaccino che ha sia luci che ombre, anche se le luci sono senza dubbio di gran lunga superiori alle ombre.

Poliovirus

Il vaccino antipolio esiste in due forme. Una forma da iniettare (IPV) che contiene il virus inattivato e una forma orale (OPV) che ne contiene un ceppo indebolito. Il primo vaccino ad essere adoperato fu quello inattivato di Salk nel 1955. Si tratta di un vaccino contro 3 ceppi di polio che garantisce copertura varia in base al ceppo. Si va da una copertura che si attesta intorno al 70% per il tipo I per arrivare ad una copertura di oltre il 90% per il tipi II e III. Oggi esiste un vaccino IPV più potente che garantisce una copertura maggiore per tutti e tre i ceppi virali. Questo tipo di vaccino impedisce al virus di aggredire i motoneuroni e di progredire nella malattia.

Qualche anno dopo Sabin propone un vaccino nuovo, più potente del vecchio Salk, somministrato per via orale, prevede l’uso di un ceppo virale attenuato. Questo vaccino garantisce un’immunità elevata a tutti e tre i ceppi virali e in più permetteva all’organismo di eliminare il virus vivo attenuato con le feci garantendo una quota di immunizzazione indiretta in una comunità. Inoltre agendo a livello di immunità gastrointestinale impedisce al virus di penetrare. Di conseguenza in zone endemiche quello adoperato è quello indebolito, in zone dove non vi è presenza di poliovirus selvaggio si preferisce quello inattivato.

Parlavamo di ombre. L’ombra consiste nel fatto che in alcuni casi il virus indebolito ma vivo può mutare tornando ad essere pericoloso e causando quindi malattia dovuta alla vaccinazione. Ovviamente i benefici permangono a favore della vaccinazione. Proprio a causa di questo rischio oggi in Italia, dove il virus selvaggio non è endemico, si adopera la forma più sicura di Salk. Però se il calo vaccinale che si sta registrando degli ultimi anni dovesse far riemergere i ceppi selvaggi il vaccino Salk non garantirebbe la stessa copertura del Sabin e si tornerebbe a quello orale con il rischio correlato.
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Vaccini e autismo

Sulla correlazione tra vaccini e autismo si è molto discusso. Da una parte associazioni e genitori che incolpano i vaccini, dall’altra la scienza che non ha dubbi sulla mancata fondatezza di tale correlazione, supportando tale tesi con una letteratura abbastanza sostanziosa.

Il tutto nasce ad opera di un signore, Andrew Wakefield, che a fini di lucro aveva falsificato alcuni studi che correlavano il vaccino MPR all’insorgenza dell’autismo. Scoppia il putiferio con accuse gravi rivolte alle vaccinazioni e di conseguenza in tanti iniziano a non vaccinare per paura. A nulla è valso l’intervento della comunità scientifica che ha ampiamente dimostrato la non correlazione tra vaccini e autismo. Come se non bastasse viene smascherata anche la truffa messa in atto dallo stesso Wakefield.

Per comprendere come vaccini e autismo non siano correlati si può riportare un caso avvenuto in Giappone. Nella terra del Sol Levante infatti la vaccinazione era stata sospesa proprio a causa delle voci che erano state sollevate. Ovviamente ci si aspettava un calo dei nuovi casi di autismo. Ma a sorpresa ( non per la scienza) i casi di autismo erano aumentati come statisticamente la scienza si aspettava, soprattutto grazie ai mezzi di diagnosi sempre più precisi. È ovvio sottolineare che in Giappone le vaccinazioni hanno ripreso regolarmente il loro corso.

Di seguito riporto alcuni link utili a questo tema:

http://medbunker.blogspot.it/p/lista-dei-post.html

https://www.wired.it/scienza/medicina/2016/07/01/vaccini-autismo-storia-bufala/

http://www.pernoiautistici.com/2017/07/lautismo-cosa-e-cosa-lo-provoca-e-perche-i-vaccini-non-centrano-niente/

http://www.fondazione-autismo.it/ancora-su-autismo-e-vaccini/

Vaccini, Metalli, nanoparticelle e feti morti.

Nanoparticelle

Ulteriore voce che si fa sempre presente quando si parla di vaccini è quella relativa alla presenza nelle fiale di farmaco di metalli pesanti, nanoparticelle e addirittura cellule di feti morti.

Per quel che riguarda metalli, si accusa tanto il Thimerosal. Non più usato, rilasciava una quantità di mercurio inferiore a quello che possiamo trovare in alcuni pesci che consumiamo regolarmente.

Per quel che riguarda le nanoparticelle mi urge fare un piccolo incipit. Le unità di misura adoperate sono piccolissime e per capire i testi che affermano di averle trovate bisogna averne una certa familiarità. Vi dico solo che le quantità trovate sono dell’ordine dei femtomole, per farvi un idea si parla di un miliardesimo di milionesimo di mole. Una quantità praticamente inesistente. Risulta quindi ovvio che all’interno dei vaccini si ritrovino tali particelle , cosi come le troviamo, in quantità decisamente superiore, in acqua, cibi, aria che respiriamo, e in quantità minuscole in altri preparati farmaceutici, persino il nostro sangue, se analizzato con le stesse tecnologie rivelerebbe la presenza di tali nanoparticelle.

Altro punto a sfavore delle “ricerche” che mirano a trovare queste nanoparticelle è il fatto che manchino dei campioni di controllo che ci permettano di dire che il vaccino è realmente contaminato e che lo sia in modo pericoloso. Ma nulla, di campioni di controllo “puri” non vi è traccia nelle varie ricerche. Anche perché data l’ubiquità di tali particelle direi che è impossibile. Queste ricerche hanno invece il merito di farci capire quanto in realtà siano puri questi preparati vaccinali. Praticamente hanno dimostrato l’opposto di quello che volevano dimostrare.

Per quel che riguarda le i feti morti. Trovo l’informazione altamente lugubre e fuorviante. Per creare i vaccini si adoperano virus e batteri che hanno bisogno di crescere su terreni adatti. In alcuni casi questi terreni sono cellule coltivate in vitro e in laboratorio che appartengono a vecchi campioni ma che con questi campioni non hanno più alcun rapporto. Un esempio sono le cellule cancerose He-La usate spessimo in ricerca. Sono cellule che per caratteristica tumorale sono immortalizzate. Il che permette un loro facile mantenimento in laboratorio.

Vaccini e loro pericolosità di inoculazione concomitante (Il sistema immune del neonato)

In molti sostengono che inoculare questi fantomatici 12 (ora 10) vaccini (in realtà 12 sono le malattie verso cui proteggono) assieme sia pericoloso per il bambino, un sovraccarico per il sistema immunitario non ancora maturo del neonato.

I vaccini, prima di essere messi in commercio seguono una procedura di validazione molto serrata e attenta, ciò che arriva ad essere somministrato è un prodotto sicuro. Non a caso i vaccini sono tra i farmaci più sicuri. Ma si tratta sempre di farmaci, quindi anche loro hanno degli effetti collaterali, per quanto rari.

I più comuni solitamente si limitano a dolore in sede di iniezione, pianto e qualche linea di febbre. Vi sono poi effetti collaterali rarissimi, ma in questi casi, i medici dei centri vaccinali sono pronti ad intervenire nell’immediato nel migliore dei modi. Si tratta comunque di eventi davvero rari e il rischio beneficio è nettamente a favore dei benefici, se poi aggiungiamo che le patologie che prevengono portano ad effetti secondari molto più devastanti e comuni, il gioco è fatto.

Per quel che riguarda il sistema immune del bambino, ricordate che già dal primo respiro il neonato viene in contatto con una quantità di antigeni centinaia di volte più ampio di quello dei vaccini, che contengono solo pochi antigeni insieme. Insomma, sovraccarica migliaia di volte di più un dito in bocca del vostro neonato che tutti i vaccini messi assieme.

L’obbligatorietà e DdL

Il calo vaccinale che si registra in Italia ha reso necessario un decreto di legge, il DdL 07/06/2017 n° 73, che impone l’obbligo di vaccinare i propri figli prima di farli entrare a scuola. Questo decreto si è reso necessario in quanto si viene a minare la salute pubblica e nello stesso tempo aumenta il rischio per quegli individui che per ragioni varie non possono essere vaccinati e che godono di protezione garantita dall’Immunità di gregge.

Ripetiamo che il vaccino è un modo valido per proteggere i propri figli da malattie che possono essere anche letali o lasciare dei segni veramente gravi sui bambini.

Un’ultima precisazione per quel che riguarda l’obbligatorietà. In Italia si è resa necessaria perché le coperture iniziano ad abbassarsi e i casi di malattia aumentati. Nel resto d’Europa le coperture sono alte e le famiglie continuano a vaccinare, quindi non è necessario creare degli obblighi, anche se altri stati si stanno iniziando ad adeguare.

Sitografia e letture consigliate:

Storia dei vaccini

La Difterite torna

VaccinarSi

Epicentro ISS

 

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