L’agricoltura.

Quindi il termine “agricoltura” si riferisce fondamentalmente alla coltivazione delle piante, destinate a scopo alimentare o a fornire altri materiali utili, sfruttando un patrimonio ampiamente “naturale”.  E’ dall agricoltura che dipende l’alimentazione umana, che fornisce fibre tessili, legname, altri prodotti destinati ai diversi usi industriali. L’agricoltura è vista come principale fornitrice dell’industria chimica. L posizione dell’agricoltore invece rimane una posizione singolare.  Da una parte l’uomo che è così legato alla sua terra, viene costantemente aggredito dalla Modernità, che tenta d fargli perdere la sua peculiarità, dall’altra l’erosione della classe rurale è soprattutto a livello quantitativo.  Dal punto di vista economico, il peso delle produzioni agricolo rappresenta uno dei punti percentuali del valore dei beni prodotti. Nella metà degli anni novanta del novecento, l’agricoltura italiana copriva solo il 3% del prodotto interno lordo. Sono questi gli anni in cui il mondo rurale affronta grossi problemi  causati dalla globalizzazione dei mercati, dalla creazione della WTO, e dalla concorrenza sui prezzi molto difficile da sostenere.  Questo riporta agli anni ’60, quando avvenne l’unificazione dei mercati agricoli europei per poter sostenere i redditi agricoli, quando ci fu poi la creazione di forme di controllo amministrativo delle produzioni .  Le scelte verso le differenti colture e l’impostazione aziendale, vedono gli imprenditori agricoli costretti ad ottimizzare al massimo l’ottenimento del prodotto, contenendo il più possibile i costi di produzione ma allo stesso tempo razionalizzando le strutture. Questo di conseguenza richiede che la produttività debba essere mantenuta ad alti livelli, per poter mantenere allo stesso tempo alti standard di redditività da ottenere sulle singole unità di suolo. Lo stesso importante concetto di produttività riappare fortemente nel secondo dopoguerra, nel momento in cui si vennero a diffondere agricolture più avanzate, con tecniche di fertilizzazione, irrigazione e meccanicizzazione molto più sviluppate e che stavano continuando a crescereanche grazie ai numerosi progressi scientifici.

Alla luce dei 150 anni di unità di Italia, corrispondono anche 150 anni di welfare agricolo, come affermato dalla stessa Previdenza Agricola, che celebra l’anno dell’unità citando i versi iniziali dell’ode patriottica di Manzoni “Marzo 1821”. Il governo dell’agricoltura italiano viene considerato molto debole, un settore che risente delle crisi e che, sfortunatamente, rimane sempre a livelli molto più bassi del reddito nazionale pro capite. E’ allo stesso tempo considerato il settore che offre le più grosse opportunità lavorative, soprattutto per quanto riguarda le aziende vitivinicole, con le loro potenzialità, tanto da riuscire a battere l’occupazione e sostenere addirittura l’occupazione di altri settori. Tutto ciò ha la possibilità di svilupparsi ulteriormente solo grazie alla creazione di nuove associazioni agricole, alla creazione di nuove strategie anche a livello competitivo in modo da rafforzare il ruolo del settore primario favorendo la commercializzazione e rafforzando i rapporti tra le tre componenti dell’economia (agricoltura, industria, servizi).

 

 

Bibliografia di riferimento:

  • La confagricoltura nella storia d’Italia: dalle origini dell’associazionismo agricolo nazionale ad oggi,  Sandro Rogari, il Mulino, 1999
  • Studi sull’agricoltura italiana: società rurale e modernizzazione, Volume 29 a cura di Pier Paolo D’Attorre,Alberto De Bernardi, Feltrinelli Editore, 1994

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