Murales e graffiti non vanno, e non dovrebbero, essere visti solo come atti di vandalismo.
Essi, invece, possono anche avere qualcosa di artistico. Soprattutto i murales a mio parere. Ecco perchè, fortunatamente, ormai si parla di street art. Da qualche tempo, il dipingere sui muri è diventato anche un mezzo per riqualificare quei quartieri cittadini in cui gli edifici vertono in stato di abbandono. Un esempio lo troviamo a Torino a Barriera di Milano, che è un quartiere periferico del capoluogo piemontese.

Ve ne mostro uno davvero stupefacente, sito a New York e dedicato al V-J Day in Times Square. Un’armoniosa esplosione di colori e non si può non rimanere almeno qualche istante ad ammirarlo.

Tutti, o almeno molti di noi, conoscono Banksy e le sue opere (un esempio lo potete vedere nell’immagine in cima all’articolo). L’artista, o writer come meglio lo voleste definire, è considerato uno dei maggiori esponenti della street art. Le sue opere sono molto famose, soprattutto per gli argomenti trattati, che solitamente riguardano politia, etica e cultura.
Se per caso vi trovaste a Roma e siete interessati alla street art, vi segnalo un’app dedicata: Streetart Roma, Una guida attraverso la street art nella città di Roma. Oltre 100 muri con dati, descrizioni, autori, anni. L’app è disponibile sia sull’Apple Store sia su Google Play.
Per quanto ancora nell’immaginario di alcuni murales e graffiti vengano visti solo come atti di vandalismo, se osserviamo meglio, appare chiaro come invece essi rappresentino in pieno una forma d’arte e di comunicazione che, esattamente come i quadri, ci colpisce e ci emoziona.