“Mamma faccio fatica a leggere...perchè?” Una domanda che non va sottovalutata..e non si deve subito pensare che il bambino che la pone sia poco intelligente: potrebbe soffrire semplicemente di dislessia.
Una patologia neurologica che non colpisce a livello di intelligenza,ma la pronuncia delle parole,la scrittura a mano, la pronuncia delle parole.
Una problematica negli ultimi anni tornata attuale, quella della dislessia, sulla quale la ricerca scientifica è molto attiva.
Un filone di ricerca molto interessante si è visto essere il rapporto tra questo disturbo e la musica
Un tema che verrà affrontato durante una serata organizzata ad Alba dall’ AID (Associazione Italiana Dislessia).
Cos’è esattamente la dislessia?
La dislessia è un condizione caratterizzata da problemi con la lettura, che insieme alla disgrafia, la disortografia e la discalculia viene classificata come DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento), secondo la Legge nº 170 dell’ 8 ottobre 2010.
Da cosa è causata?
Diversi studi hanno cercato negli anni d’identificare possibili cause alla base della dislessia.
I ricercatori hanno cercato di scoprire le basi neurobiologiche di questo disturbo fin dalla sua identificazione, avvenuta nel 1881.
Dal punto di vista neuroanatomico,alcuni ricercatori,tra i quali John Stein, hanno correlato alcune caratteristiche comuni tra i dislessici ad un possibile sviluppo anormale delle loro cellule nervose visive.
Inoltre è stato osservato come alcuni dislessici mostrino un’inferiore attività elettrica in alcune parti.
In particolare,l’emisfero sinistro del cervello, coinvolte con la lettura, come la circonvoluzione frontale inferiore, il lobulo parietale inferiore e la corteccia temporale media e ventrale.
Per quanto riguarda un punto di vista genetico è stato evidenziato mediante studi autoptici su pazienti dislessici come questi presentino formazioni di cellule anormali nelle strutture cerebrali e sottocorticali non linguistiche.
Quando compare?
La dislessia può colpire in in misura diversa e involontaria, e i primi segnali cominciano a comparire con l’inizio della scolarizzazione, quando la difficoltà a leggere cominciano ad essere più evidente, diventando motivo di scherno da parte degli altri e di disagio sociale.
Per questo i bambini che ne sono affetti devono avere il massimo supporto da parte di tutti: dalla famiglia in primis, poi anche dagli insegnanti, che devono essere pazienti ed affiancare al meglio il bambino, anche con l’ausilio di specialisti.
Dislessia: il gioco può essere una grande cura
Un grande aiuto alla dislessia, e in generale ai DSA, è dato dal gioco, grazie al quale i bambini dislessici possono sentirsi uguali agli altri. Grazie al gioco il bambino:
- si diverte: il divertimento è la miglior forma di apprendimento
- impara cose nuove: dalle regole, alla competitività, alla collaborazione, oltre che a relazionarsi con gli altri
- sviluppare la creatività
- favorisce lo sviluppo cognitivo,affettivo e sociale
Per saperne di più:
Dislessia Amica

